L’editoriale di R. Bernabai: “Italia all’ultimo respiro”

di Roberto Bernabai – L’Italia s’è desta? La frase fortemente affermativa contenuta nell’attacco del Canto degli italiani si è trasformata nella domanda alla quale ora i tifosi della Nazionale attendono una risposta convincente. Perché di convincente finora, nella fase a gironi dell’Europeo tedesco, gli azzurri hanno fornito poco o nulla.

Abbiamo sofferto, e non poco, per raggiungere una qualificazione agli ottavi che a pochi secondi dalla conclusione del match contro la Croazia sembrava potessimo ottenere soltanto in virtù di un mortificante ripescaggio. Arrivare secondi dietro la Spagna, forse la più autorevole tra le grandi favorite per la vittoria finale, non è un’onta; a preoccupare sono gli inciampi e le contraddizioni che nella prima fase hanno caratterizzato il percorso azzurro.

Dopo aver “spezzato” le reni all’Albania , nazionale rispettabile ma non certo paragonabile al Brasile di Pelè, abbiamo affrontato la Spagna con un’ingiustificata presunzione che alla fine ci è costata una severissima punizione: contenuta nel risultato finale, netta sul piano del gioco.

Il pareggio ottenuto su filo di lana  contro Modric e compagni ci ha schiuso l’orizzonte verso la sfida di sabato prossimo contro la Svizzera, un’avversaria forte e compatta che peraltro rievoca recenti amarissime delusioni. Il tutto in un contesto nel quale Spalletti ha cercato faticosamente di dare un’identità precisa a una squadra che finora  si è dibattuta  tra cambi di modulo e rotazioni di uomini, a volte incomprensibili.

Il ct ha portato con sé quanto di meglio il calcio nostrano è in grado di fornire. Si può eccepire, e si è eccepito, su alcune esclusioni (vedi Locatelli, Bonaventura e Orsolini) ma si tratta di elementi che se convocati poco avrebbero spostato nella valutazione complessiva della rosa. Manca indubbiamente l’uomo in grado di incidere e trascinare il gruppo, ma in questo periodo storico occorre accontentarsi e sfruttare al meglio quanto il movimento è in grado di proporre.

Siamo partiti con l’intenzione di raggiungere un risultato onorevole, non certo con la prospettiva di confermarci Campioni. Le possibilità di raggiungere il traguardo di base sono ancora alla nostra portata e nonostante i  limiti oggettivi e le  difficoltà manifeste, la sensazione, peraltro confortata dalla storia, è che per  gli azzurri stia per iniziare un torneo completamente nuovo.

Lo sa Spalletti che in questi giorni di preparazione alla sfida di sabato dovrà effettuare scelte definitive. Il tecnico toscano è indubbiamente quanto di meglio si potesse immaginare sulla panchina azzurra. Per lui è arrivato però il momento di calarsi definitivamente nel ruolo di selezionatore mettendo da parte l’intenzione, pure apprezzabile ma inattuabile in tempi così ristretti, di insegnare calcio e puntare su un sistema di gioco all’interno del quale sfruttare le caratteristiche consolidate degli uomini a disposizione.
Nel frattempo auguriamo al ct di riacquisire quella calma necessaria per affrontare e superare le tensioni insite in un incarico condiviso da 60 milioni di italiani. Inutile prendersela con i giornalisti che registrano e commentano ciò che vedono, altrettanto lesionistico sarebbe iniziare la caccia a topi, topini e riportini.
La lucidità in una fase topica e senza appello  è virtù imprescindibile e necessaria. Forza azzurri!