L’editoriale di R. Bernabai: “Scelte di Spalletti poco discutibili”

di Roberto Bernabai – Scelti gli italiani il passo successivo è quello di capire che Italia sarà. Dopo due mondiali vissuti in poltrona i nostri Azzurri avranno il compito di rialzare le quotazioni internazionali di un calcio che pure a livello di club, è stato in grado nelle ultime stagioni, di centrare obiettivi oltremodo significativi.

Le delusioni mondiali hanno messo in secondo piano quel titolo europeo conquistato nel 2021 dall’Italia di Mancini. Un titolo all’epoca inatteso quanto meritato, che gli Azzurri ora avranno il compito, non proprio semplicissimo, di difendere.

Spalletti ha effettuato le sue scelte. Il gruppo è estremamente composito sul piano delle caratteristiche individuali, segno evidente che per il ct sarà fondamentale avere a disposizione un nucleo base attorno al quale però ruotare elementi in grado di garantire il supporto adeguato in caso di variazione del modulo.

La rosa azzurra esprime valori complessivi medio alti e, pur non disponendo di stelle di assoluta grandezza, è in possesso di una cifra tecnica che oggettivamente può alimentare un moderato ottimismo. Francia, Inghilterra, Spagna, nostra avversaria nella fase preliminare insieme a Croazia e Albania, e Germania compongono, con credenziali superiori rispetto alle nostre, il quartetto delle favorite. L’Italia, a mio modesto avviso, può collocarsi in partenza dietro questo lotto.

Tornando alle scelte di Spalletti, se si possono discutere, ma fino a certo punto, le bocciature di Locatelli e Bonaventura, mi pare di poter affermare che a far parte della spedizione siano stati chiamati gli interpreti migliori espressi dall’ultima stagione.

Tra questi Chiesa e Barella avranno l’onere di caricarsi sulle spalle il ruolo di trascinatori e leader della squadra: un’aspettativa che coinvolge i due migliori giocatori italiani per distacco. Il primo ha disputato una stagione contrassegnata da prestazioni alterne in un sistema di gioco che probabilmente non ha valorizzato completamente le sue caratteristiche tecniche. Dopo i gravi infortuni subiti e superati, mi pare invece che dal punto di vista atletico abbia ritrovato una affidabilità confortante.

Barella è stato uno dei protagonisti principali dello scudetto interista. La sua intensità di gioco accomunata ad una qualità tecnica assoluta ne fanno l’elemento imprescindibile per garantire al centrocampo azzurro dinamismo, cambio di passo e imprevedibilità.

A oggi la condizione fisica non è al top e non è impensabile immaginarlo fuori nella gara d’esordio del 15 giugno contro l’Albania.

Del gruppo fanno parte Scamacca e Fagioli. Il centravanti dell’Atalanta, che si giocherà il posto con Retegui, è di fronte all’esame decisivo per valutare la propria caratura internazionale.
Reduce da una stagione strepitosa sul piano delle prestazioni, sotto il profilo realizzativo e dei risultati ottenuti, il ragazzo ha la grande chance per confermarsi giocatore in grado di garantire prestazioni e personalità anche in un contesto azzurro nel quale finora ha faticato ad inserirsi stabilmente. Fagioli torna dopo la squalifica per i noti fatti legati ai suoi problemi di ludopatia. Ha espiato la pena, ha intrapreso un percorso terapeutico che gli auguriamo possa avergli permesso di mettere definitivamente alle spalle una vicenda che lo ha visto soprattutto nel ruolo di vittima di sé stesso. Spalletti lo ha chiamato infischiandosene del parere dei giustizialisti da tastiera. Per il talento della Juventus si schiude ora una nuova fase della carriera. Un rilancio che può concretizzarsi ripartendo dall’azzurro nel ruolo di alternativa più che credibile a Jorginho nel ruolo di regista.