Retrocede il Frosinone, l’Atalanta non fa sconti ed esclude la Roma dalla Champions League. Questi i verdetti dellaa 38^ e ultima giornata di campionato. Nelle gare delle 18.00 l’Atalanta batte il Torino per 3-0 e cancella la sesta squadra italiana in Champions mentre il Napoli chiude tra i fischi dopo 0-0 casalingo contro il Lecce. In serata, con la vittoria dell’Empoli sulla Roma e dell’Udinese a Frosinone, a retrocedere sono i ciociari di Di Francesco. Salvi toscani e friulani. Finiscono in parità le gare del Bentegodi tra Verona e Inter e quella dell’Olimpico tra Lazio e Sassuolo.
Atalanta-Torino 3-0 (ore 18.00)
L’Atalanta non risente dei festeggiamenti per la storica vittoria dell’Europa League, né si lascia intenerire dalla possibilità di offrire all’Italia la sesta squadra in Champions. I nerazzurri giocano una grande gara anche contro il Torino chiudendo il discorso già nel primo tempo con il doppio vantaggio. Il primo gol lo firma Scamacca al 26’ con un’ottima girata in area. Il raddoppio arriva al 43’ con Lookman che è pronto sulla respinta di Gemello sul tiro di Pasalic. Chiude i conti Pasalic su calcio di rigore al 71’ dopo che ai bergamaschi erano stati annullati altri 3 gol. Per gli orobici la stagione non è ancora finita, domenica prossima chiuderanno la stagione con il recupero del match in casa con la Fiorentina che però a questo punto è ininfluente per la classifica.
Gasperini deve fare a meno degli infortunati Kolasinac e De Roon, oltre allo squalificato Hateboer e sceglie il consueto 3-4-2-1 con Carnesecchi tra i pali, Toloi, Djimsiti e Scalvini in difesa. La linea di centrocampo è composta da Holm, Pasalic, Koopmeiners e Zappacosta mnetre in avanti spazio a Lookman e De Keteleare alle spalle di Scamacca. Juric, alla sua ultima partita alla guida del Torino, risponde con il 3-4-1-2, Gemello tra i pali al posto dell’infortunato Milinkovic-Savic e Tameze, Buongiorno e Masina sul trio difensivo. Linetty e Ilic in mezzo al campo con Bellanova e Vojvoda sugli esterni. Ricci Pellegri e Zapata in avanti. Sono gli ospiti a rendersi pericolosi per primi al 10’. Bellanova dalla destra crossa per Zapata che stacca di testa superando Holm, mettendo però la sfera alta sopra la traversa. Rispondono al 16’ i padroni di casa con Pasalic che pesca Holm al limite dell’area ma l’ex Spezia colpisce male e la palla termina innocua tra le braccia di Gemello. L’Atalanta con il passare dei minuti diventa sempre più padrona del campo rendendosi ancora pericolosa al 24’ dopo un’azione manovrata alla perfezione, De Keteleare col mancino calcia mettendo fuori di poco. Tre minuti e i freschi vincitori dell’Europa League passano in vantaggio ancora con Scamacca che spalle alla porta si gira e non lascia scampo al portiere granata. L’Atalanta domina, il Torino è costretto nella propria metà campo e così al minuto 44 arriva inevitabile il raddoppio. Lookman in stato di grazia approfitta di una respinta di Gemello per il tap-in vincente 2-0 e partita sostanzialmente chiusa.
La ripresa si apre con un’altra occasione del Toro: Pellegri di testa su azione di punizione sfiora la traversa. Al 52’ e al 66’ l’Atalanta si vede annullare due gol dall’arbitro Sozza. Il primo a Scamacca, ma il pallone di De Keteleare era uscito sul fondo prima dell’assist; il secondo di Lookman per un precedente fallo dello stesso Scamacca su Ilic. Al 70’ calcio di rigore per la Dea per un fallo di Tamaze sullo scatenato Lookman. Dagli 11 metri va Pasalic che non lascia scampo a Gemello, 3-0. Passano altri 5 minuti e l’arbitro Sozza è costretto ad annullare un altro gol ai bergamaschi per un fuorigioco di Lookman. L’ultima grande occasione della gara è del Toro ma un super Rossi (subentrato a Carnesecchi) risponde a Ilic. (s.p.)
Napoli-Lecce 0-0 (ore 18.00)
Finisce tra i fischi la stagione degli ex Campioni d’Italia. Il Napoli non riesce ad andare oltre lo 0-0 casalingo contro il Lecce e chiude la stagione con il tricolore sul petto con un mesto 10° posto. Per gli uomini di Gotti l’obiettivo stagionale era già stato raggiunto da qualche settimana e la prossima stagione sarà ancora serie A. Calzona sceglie il 4-3-3, solo panchina per Osimhen, al suo posto Simeone. Gotti si schiera a specchio con Kristovic, Dorgu e Almqvist a comporre il trio d’attacco.
Il primo tempo si gioca a ritmi da amichevoli estiva, con il Napoli che prova di più a cercare la vittoria ma senza troppa convinzione e con poca precisione. Passano appena 2’ e i padroni di casa sono già al tiro con Politano, ma il sinistro debole sfila sul fondo. Il Napoli manovra ma la grande occasione è per il Lecce, all’8’ il sinistro di Dorgu pizzica la base del palo alla sinistra dell’immobile Meret. Il Napoli riprende il suo sterile possesso palla ma il pomeriggio opaco di Simeone e Kvaratskhelia non aiuta. Il primo tempo scorre senza grandi emozioni fino al 41’ Berisha lanciato in contropiede colpisce male dal limite. Palla sul fondo. Il primo tempo si chiude tra i fischi del Maradona.
La ripresa si apre con i cambi di Calzona: Ngonge per Politano e Raspadori per Simeone. I nuovi arrivi sembrano scuotere il Napoli che collezionano occasioni. Al 49’ proprio Ngonge impegna Falcone. Al 53’ Cajuste colpisce il palo con un’azione fotocopia a quella di Dorgu del primo tempo. Passano 10 minuti e i padroni di casa colpiscono un altro legno, ancora Ngonge colpisce la traversa con un gran tiro da fuori. Al 65’ Calzona prova anche la carta Osimhen, probabilmente all’ultimo atto con il Napoli, in campo al posto di Cajuste. Al 70’ bell’azione del Napoli, da esterno a esterno, DI Lorenzo da destra mette una bella palla in mezzo che dopo un batti e ribatti arriva a Olivera il cui sinistro viene però ribattuto dalla difesa. Il Napoli è più brillante e al 77’ Osimhen in ottima posizione viene anticipato di un soffio, sul rovesciamento di fronte una bella palla che Piccoli in spaccata non riesce a deviare in rete di un soffio. All’86’ Raspadori dal limite prova a piazzarla ma Falcone è attento. Il Napoli prova a evitare l’ultima delusione stagionale ai proprio tifosi ma rischia anche di perderla in pieno recupero con Piccoli, che al minuto 93 spreca una buona occasione i ripartenza. La partita si chiude con il tentativo di Osimhen. Il colpo di testa del nigeriano si spegne tra le braccia di Falcone. Finisce con la festa del Lecce per la salvezza e con la delusione del Napoli per una stagione sotto le aspettative. (a.c.)
Empoli-Roma 2-1 (ore 20.45)
Al Castellani, l’Empoli si gioca la permanenza in Serie A che però passa anche dal risultato del contemporaneo scontro diretto tra Frosinone e Udinese. Gara senza pressioni per la Roma ormai in Europa League dopo la vittoria del pomeriggio dell’Atalanta contro il Torino.
L’Empoli parte molto deciso e aggressivo ma la prima occasione della gara è per la Roma che al 9’ manda al tiro Dybala che non trova lo specchio di porta. Al 13’ la gara si sblocca: ripartenza veloce dell’Empoli, Angelino si fa sorprendere da Gyasi che scappa e mette al centro per Cancellieri, controllo e palla alle spalle di Svilar. Sugli sviluppi di un calcio di punizione Cristante trova il pari (20′) ma dopo un controllo al Var Massa annulla per il fuorigioco in partenza del numero 4 giallorosso. Altra occasione pericolosa per Cancellieri al 28’ ma Svilar in uscita tempestiva mura l’attaccante toscano e sventa il pericolo. La Roma torna a farsi pericolosa al 42′: tiro di Zalewski dal limite, Abraham devia la palla mandando di poco alto. Nel primo dei tre minuti di recupero concessi da Massa, Angelino serve Aouar che arriva da dietro e mette in rete di testa dopo un primo tempo opaco. La prima frazione di gioco si chiude in parità con la Roma a fare la gara (70% il possesso palla nella prima frazione di gioco) e l’Empoli pericoloso quando riparte.
La ripresa si apre sulla falsa riga del primo tempo, Roma padrona del gioco, Empoli attento a ripartire in contropiede. La prima occasione del secondo tempo è per la squadra di De Rossi al 51’: il cross di Celik viene deviato da Walukiewicz che rischia di beffare il proprio portiere che però sventa bene in angolo. Al 53’ replica dell’Empoli con la conclusione di Cacace che Svilar para in presa bassa. Un minuto dopo è Niang a sprecare una buona occasione cercando il pallonetto che finisce fuori. Dopo un palo esterno di Zaleski al 56’, è Cancellieri a cercare il cucchiaio su Svilar in uscita al 57’ che però sventa la minaccia. La squadra di Nicola sfiora il nuovo vantaggio al 69’ ma il tiro da fuori di Marin colpisce la parte superiore della traversa. Al 74’ Pellegrini regala palla all’Empoli che va alla conclusione ancora con Cancellieri che però calcia debole. El Shaarawy entrato da poco va in gol ma la sua posizione di partenza è irregolare e Massa annulla (83′). All’87’ pericolo davanti alla porta della Roma, la palla attraversa per due volte lo specchio di porta ma gli avanti di Nicola non trovano il gol. I padroni di casa passano al 93’: Cancellieri va via sulla destra e serve al centro Nyang pronto alla battuta vincente. Una vittoria che vale la salvezza dell’Empoli di Nicola che condanna il Frosinone sconfitto in casa dall’Udinese. (m.s.)
Frosinone-Udinese 0-1 (ore 20.45)
Si salva all’ultimo respiro l’Udinese di Fabio Cannavaro grazie ai tre punti nello scontro diretto contro il Frosinone di Di Francesco che vive il dramma della retrocessione che si materializza con il gol dell’Empoli alla Roma in pieno recupero.
Eusebio Di Francesco sceglie il 3-4-2-1 con Cerofolini in porta, Lirola Romagnoli e Okoli in difesa, Zortea, Barrenechea, Brescianini e Valeri a centrocampo, Soulé e Harroui sa supporto di Cheddira. Fabio Cannavaro schiera l’Udinese a specchio. 3-4-2-1 con Okoye tra i pali, Kristensen, Bijol e Perez trio difensivo, Kamara, Payero, Ebosele e Ehizibue a centrocampo, Samardzic e Pereira alle spalle di Lucca. La prima occasione del match è dell’Udinese al 7’: retropassaggio errato di Lirola che favorisce Brenner che si invola verso la porta Cerofolini sventa il pericolo. Al 12’ risponde il Frosinone con Harroui in ripartenza, il tiro dal limite non trova lo specchio di pochissimo. Al 18’ e al 19’ doppia occasione per i padroni di casa con una conclusione potente di Zortea dal limite e con un colpo di testa di Okoli, ma in entrambi i casi è determinante Okoye, con due grandi interventi salva risultato. Il Frosinone sembra essere in controllo della partita, al 25’ gran tiro di Soulé su punizione da 25 metri che si infrange sulla traversa. Sesto legno stagionale per l’attaccante gialloblu. Il primo tempo si chiude senza altre emozioni.
La ripresa si apre con un altro palo colpito dal Frosinone, questa volta su un colpo morbido tentato da Brescianini servito da Zortea. Col passare dei minuti la paura di esporsi aumenta e le notizie in arrivo da Empoli autorizzano la scelta attendista. Per questo risulta ancora più improvviso il gol-salvezza dell’Udinese al minuto 76’ con il nuovo entrato Joseph Davis. Lungo lancio verso Lucca che fa sponda per Davis che con il mancino batte Cerofolini e fa esplodere il settore ospiti del Benito Stirpe. Di Francesco prova il tutto per tutto inserendo Marvin Çuni, Carvalho, Farès e Gelli ma senza fortuna. Nonostante la sconfitta il Frosinone sarebbe salvo ma al 93′ l’Empoli trova la vittoria contro la Roma. Il fischio finale dell’arbitro dopo 5 minuti di recupero trasformano la serata ciociara in una tragedia sportiva. Grande festa per l’Udinese che centra l’obiettivo salvezza al termine di una stagione complicata. (s.p)
Lazio-Sassuolo 1-1 (ore 20.45)
Allo Stadio Olimpico di Roma, termina con un pareggio la stagione di Lazio e Sassuolo, che non vanno oltre l’1-1. I neroverdi, già aritmeticamente retrocessi, non si giocano nulla. I biancocelesti invece hanno bisogno di un solo punto per ottenere l’aritmetica qualificazione in Europa League. Un ospite speciale ad assistere alla gara dagli spalti: è Sven Göran Eriksson, allenatore della Lazio campione d’Italia nel 2000, gravemente malato. Una grande accoglienza e ben due scenografie hanno accolto il suo ingresso allo stadio, che è proseguito con un giro di campo. Ovazione degna e commovente per chi ha scritto una pagina di storia del club biancoceleste.
Dopo un ampio pre-partita è il momento di scendere in campo. Tudor schiera il suo classico 3-4-2-1: Provedel tra i pali, con Marusic, Romagnoli e Gila in difesa. Hysaj e Pellegrini gli esterni di centrocampo, con Rovella e Vecino in mezzo e Zaccagni-Kamada a sostegno del centravanti Castellanos. Ballardini risponde di 3-5-2: linea di difesa a 3 composta da Erlic, Viti e Ferrari a difesa della porta di Alessio Cragno. Doig e Missori i laterali, Lipani il vertice basso di centrocampo con Obiang-Thorstvedt mezzali. Il tandem Mulattieri-Volpato in avanti. Al 2’ è Hysaj ad avere la prima occasone della sfida, ma Cragno si oppone alla conclusione ravvicinata. Al 16′ tentativo del Sassuolo verso lo specchio della porta di Provedel con Volpato, ma il tiro viene facilmente neutralizzato. Sul ribaltamento di fronte Kamada prova a costruire, il Sassuolo chiude il passaggio di scarico da parte del giapponese. Al 23’ Marusic colpisce di testa da pochi passi senza inquadrare lo specchio, rete che sarebbe comunque risultata irregolare per la posizione di fuorigioco del montenegrino. La più grande chance del primo tempo è per i biancocelesti, Cragno è però super-reattivo sulla deviazione ravvicinata di Kamada. Ampiamente dentro la manovra il giapponese, che al 39’ appoggia fuori area per Pellegrini, il quale però è impreciso e calcia sul fondo. Gli emiliani tornano alla conclusione sul finale di primo tempo con Mulattieri: bella la preparazione, debole la conclusione. Si va a riposo sullo 0-0 dopo un primo tempo tutt’altro che esaltante certificato da qualche fischio dagli spalti.
Inizio di ripresa senza alcuna variazione tattica da parte dei due allenatori, ma i primi cambi di Igor Tudor arrivano comunque al 51’: entra Felipe Anderson, per l’ultima volta in campo con la maglia biancoceleste, insieme a Guendouzi al posto di Vecino e Rovella. Il brasiliano prova subito a mettersi in proprio, ma la difesa del Sassuolo chiude in extremis il suo tentativo di slalom. Il doppio cambio sembra dare manforte ai padroni di casa, che al 60’ si conquistano un calcio di punizione dalla trequarti. Si incarica della battuta Mattia Zaccagni, che prova la conclusione diretta: tentativo che si rivela efficace. Il tiro si abbassa velocemente, Cragno non è perfetto e si fa scivolare il pallone sotto le braccia. Quinta rete in campionato per l’ala della Lazio, ideale per chiudere il campionato positivamente in vista di Euro2024, dove l’attaccante figura tra i pre-convocati di Luciano Spalletti. Al 66’ arriva però il pari del Sassuolo: sugli sviluppi di una palla inattiva, Romagnoli colpisce di testa e mette fuori causa tutti i compagni. Ne approfitta Viti, che da pochi passi realizza l’immediato pareggio. Nuovi cambi per Tudor al 71’: Lazzari e Immobile dentro per Pellegrini e Immobile. Arrivano anche le prime sostituzioni per Ballardini: escono Doig e Volpato, al loro posto Toljan e Lauriente. Al 75’ ci prova Guendouzi da fuori area, blocca Cragno a terra. Altri cambi per i neroverdi, con Pinamonti e Racic al posto di Mulattieri e Lipani. Clamorosa la chance sciupata da Immobile all’85’, Cragno respinge con i piedi da pochissimi metri. Tudor si gioca l’ultima carta con l’inserimento di Pedro al posto di Zaccagni. Pochi squilli nei minuti finali, con il match che si conclude 1-1 dopo 4 minuti di recupero. Termina con un settimo posto la Serie A della Lazio, a 2 punti dalla Roma sesta: entrambi i club romani disputeranno la prossima Europa League. Al termine del match, il pubblico ha salutato Felipe Anderson, che dopo 8 anni e 326 presenze con la Lazio ha deciso di tornare in Brasile, dove vestirà la maglia del Palmeiras. Un saluto a cui si unisce anche quello per Luis Alberto, ufficialmente ancora un tesserato della società biancoceleste ma dato come probabile partente dopo le sue dichiarazioni post Lazio-Salernitana, in cui ha chiesto la cessione. Lo spagnolo si è recato sotto la Curva Nord, che nel corso del secondo tempo gli ha anche dedicato uno striscione, recitante: “La Pelota siempre al diez, buona fortuna Luis!”. (m.b.)
Verona-Inter 2-2 (ore 20.45)
Al Bentegodi l’Hellas, che si è salvato domenica scorsa, chiude la propria stagione contro l’Inter vincitore del campionato. Il tecnico dei veneti Baroni da spazio a Perilli tra i pali con Cabal e Coppola al centro della difesa; Vinagre e Tchatchoua i due terzini; mediana a due con Serdar e Belahyane; in avanti Noslin supportato dal trio Lazović-Suslov-Mitrović. Pochi cambi per Inzaghi rispetto al match precedente con la Lazio. Audero al posto di Sommer in porta; Carlos Augusto e Bisseck i due braccetti con Acerbi centrale; Çalhanoglu vertice basso affiancato da Barella e Frattesi; Dimarco e Dumfries sugli esterni; Thuram e Arnautović il duo in attacco.
Prima frazione frizzante a Verona. Le squadre, entrambe ad obiettivi raggiunti, giocano con la testa sgombra ed offrono un vero spettacolo nei 45’ iniziali. Dopo un buon avvio da parte degli scaligeri, al minuto 10 la sbloccano i nerazzurri con Marko Arnautović: una spizzata di testa di Bisseck verso l’area dell’Hellas si trasforma in assist grazie ad un liscio di Cabal per l’austriaco che vince il duello con Coppola e fredda Perilli col destro. La rete subita non smuove la prestazione degli uomini di Baroni, ai quali bastano appena sei minuti per cambiare di nuovo il risultato sul tabellino. Contropiede letale dei padroni di casa con Belahyane che apre sulla sinistra per Suslov: il numero 31 imbuca in area per il taglio di Noslin, sinistro incrociato dell’attaccante che termina in rete per il pareggio dell’Hellas al 16’. La reazione ospite non tarda ad arrivare, l’undici di Inzaghi sfiora il vantaggio per due volte con Thuram prima e Frattesi poi, trovando sempre un attento Perilli sulla propria strada. Nonostante il buon momento, l’Inter rischia troppo con la costruzione dal basso ed al 37’ Serdar scippa il pallone a Barella, serve Noslin in area che restituisce il favore a Suslov con l’assist per il sorpasso veronese firmato col sinistro dallo slovacco. Nel finale, però, i meneghini tengono accesa la luce e rimettono in equilibrio il risultato. Nell’unico minuto di recupero concesso da Zufferli, Barella s’inventa un lancio con il contagiri per Frattesi che fa sponda di petto per il destro di prima di Arnautović: destro al volo dell’8 nerazzurro che trafigge il portiere e doppietta personale che manda le squadre a riposo sul 2-2.
Ripresa che riparte a buoni ritmi con le due formazioni sempre propositive nell’affrontarsi a viso aperto. Inzaghi decide dopo pochi minuti di attingere dalla panchina, inserendo Cuadrado, Buchanan e Sánchez al posto di Dumfries, Dimarco ed un Arnautović autore di una gara eccellente. Le sostituzioni portano immediatamente i loro frutti, con i nerazzurri più vivaci ed in grado di portarsi più vicini alla porta dell’Hellas. All’ora di gioco proprio Buchanan viene servito sulla sinistra e crossa col mancino verso il centro dell’area di rigore dove Frattesi ci prova col mancino di prima, ma viene murato da un Perilli miracoloso che si ripete dopo la respinta anche su Alexis Sánchez. L’inerzia della gara pende dalla parte dei Campioni d’Italia che alzano i giri del motore e premono alla ricerca del gol del vantaggio. Nel giro di due minuti Coppola salva in scivolata sul destro di Cuadrado in area, mentre Perilli da ancora spettacolo sul destro dalla lunghissima distanza di Çalhanoglu al 71’. Due minuti dopo è invece Serdar ad andare vicino al 3-2 da posizione ravvicinata col mancino, trovando la risposta del subentrato Di Gennaro tra i pali. Tanti cambi da entrambe le parti, minuti concessi da Baroni a giocatori come Charlys e Tavsan che hanno avuto scarsissimo minutaggio in stagione. Lo stesso Tavsan si rende protagonista al 77’ con un mancino forte da fuori area ben respinto dal portiere dell’Inter. Il finale è tutto dell’undici di Inzaghi: due occasioni da gol per Frattesi neutralizzate da Vinagre sulla linea di porta e da Perilli e rete del 2-3 annullata a Sánchez nel recupero per offside. Al triplice fischio il risultato resta lo stesso del primo tempo, il Verona già salvo chiude la stagione davanti al proprio pubblico pareggiando contro l’Inter Campione d’Italia. (e.c.)
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