martedì , 22 Ottobre 2024
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Calcio stra-ordinario: il derby di Budapest

Ferencvárosi-Újpest il derby più sentito di Ungheria dal 1873

di Andrea Iustulin – Il Danubio non è blu, come vogliono i versi di Karl Isidor Beck che hanno suggerito a Strauss il titolo seducente e menzognero del suo valzer.
Il Danubio è biondo, «a szöke Duna», come dicono gli ungheresi, ma quel biondo è una galanteria magiara o francese.
Più restrittivo Verne pensava di intitolare un suo romanzo “Le beau Danube jeaune”. Giallo fangoso, acqua che si intorbida. Queste parole del saggista Claudio Magris spiegano al meglio l’orgoglio di Budapest, città imperiale considerata fra le grandi del continente e appassita negli anni.
Guai a parlare di decadimento, ha mantenuto inalterato il suo fascino rinnovando la propria natura di porta verso l’Europa dell’Est. Il declino lo ha vissuto calcisticamente parlando, l’epoca della grande Ungheria di Ferenc Puskas è un lontano ricordo che faticosamente il ct Marco Rossi sta provando a risollevare.
Emblema della new wave magiara è Dominik Szoboszlai, centrocampista del Liverpool cresciuto calcisticamente a Budapest prima di spiccare il volo in Austria. Torniamo quindi nella capitale ungherese dove il Danubio va a dividere Buda e Pest, due borghi plasmati amministrativamente ma profondamente diversi che vivono ancora oggi la rivalità sul terreno di gioco.

Fra i vari derby della città il più sentito risale al 1873 quando la capitale era divisa in due e quindi parliamo di Ferencvárosi Torna Club e Újpest Football Club. La prima partita fu giocata il 19 febbraio 1905 allo stadio Sorkosári úti conclusa 2-0 per i biancoverdi. La rivalità iniziò negli anni ’30 quando i biancoviola vinsero il loro primo titolo nazionale. Cominciò un testa a testa che ha vissuto diversi momenti di tensione con la polizia che è dovuta intervenire più volte per sedare gli animi. Un contrasto sociale che si basa sul contrasto città-campagna, i magiari di origine tedesca del centro storico del Aquile Verdi contro gli ungheresi con forte matrice ebraica dei Lilak.
L’espansione della sfera sovietica ha pervaso anche l’Ungheria entrando per forza di cose anche nel calcio. Per ovvie ragioni politiche la scelta era presto fatta, l‘Újpest rappresentava fedelmente il carattere proletario dell’Ungheria e quindi venne affidata al Ministero degli Interni. Il Ferencváros invece si pose come la squadra dell’opposizione accusando i rivali di essere alla pari dell’invasore sovietico. L’ultimo baluardo della resistenza e dell’opposizione al regime con l’inevitabile decadimento. La Primavera di Budapest del 1956 portò a una significativa caduta del sostegno alle idee bolscevico che ebbe impatto anche sul campionato con i biancoverdi che tornano ad essere la squadra più amata del paese. Smantellata la Cortina di Ferro con il crollo dell’Unione Sovietica sancì la fine del bolscevismo in Ungheria con ripercussioni anche nel calcio.
L’Újpest perse l’appoggio politico finendo in secondo piano nel campionato mentre il Ferencvárosi è tornato a guidare il calcio magiaro. Sono cambiati i partiti, i governi e le ambizioni dei due club ma il derby di Budapest rimane l’appuntamento annuale per la Perla del Danubio.

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