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Serie A: 34^ giornata, le gare di sabato

Pareggi in Lecce-Monza e Juve-Milan, vince la Lazio col Verona

(foto SS Lazio)

Gioia soffocata al Via del Mare per il Lecce nella gara di apertura della 34^ giornata. La squadra di Gotti segna nel recupero con Krstović e viene ripresa un minuto dopo dal Monza con a rete di Pessina su rigore. Discorso salvezza ancora aperto per i padroni di casa. Finisce senza reti la sfida del sabato tra Juventus e Milan, le due delle deluse del campionato. Nel posticipo dello stadio Olimpico, la Lazio supera di misura l’Hellas Verona grazie al gol del rientrante Mattia Zaccagni.

Lecce-Monza 1-1 (ore 15.00)

Primo tempo ad alta intensità a Lecce. Gli spazi stretti tra le due formazioni portano quasi esclusivamente a scontri fisici che costringono spesso il direttore di gara Santoro ad interrompere il gioco. Il primo tentativo del match arriva al 9’ con Alexis Blin, un piazzato da fuori che si spegne alto sopra la traversa. In avvio fatica particolarmente il Monza, specie in fase di costruzione, mentre la squadra di Gotti opta sempre per il gioco sugli esterni in ripartenza per pungere i brianzoli. I biancorossi emergono dopo il quarto d’ora con due conclusioni. Al 20’ prova l’assolo Bondo, ma il suo destro trova la deviazione di un difensore del Lecce. Un minuto dopo è la volta di Kiriakopoulos che con un mancino rasoterra dal limite dell’area spaventa Falcone e la retroguardia salentina. Risponde invece dalla parte opposta Gallo: conclusione debole dalla distanza bloccata agevolmente da Di Gregorio. Le squadre sembrano essere più preoccupate della fase difensiva piuttosto che di quella offensiva, lottando costantemente al centro del campo per la riconquista del pallone. Nel finale di tempo sono i padroni di casa a creare la vera azione pericolosa dei primi 45’. Gallo scappa sulla sinistra e si appoggia a Krstović: il montenegrino prende il fondo e scarica a centro area per Oudin che calcia due volte a botta sicura verso la porta, trovando in entrambi i casi l’opposizione della difesa del Monza. Un nulla di fatto per i giallorossi, si va all’intervallo in equilibrio.

Il copione della ripresa rispetta quanto visto nella prima frazione di gioco, in questo caso però con un Lecce molto più propositivo e sempre più in grado di presentarsi nei pressi dell’area monzese. Al minuto 50 i giallorossi recuperano alto sulla trequarti del Monza e Krstović prova subito il destro a incrociare e sfiora il palo. Palladino decide immediatamente di far spazio a forze fresche inserendo Djuric e Colpani al posto di Colombo e Carboni, entrambi poco incisivi. Il pallino del gioco, però, resta in mano alla squadra di casa: Oudin recupera a centrocampo e vedendo Di Gregorio fuori dai pali tenta il gol olimpico al 64’ senza trovare lo specchio della porta. La rete fatica ad arrivare, Gotti cambia volto all’attacco ed inserisce Sansone e Almqvist; dal lato del Monza Zerbin lascia il campo a Daniel Maldini, subito propositivo nei primi minuti della sua partita. I biancorossi, nonostante gli ingressi, sembrano non riuscire a rendersi pericolosi nella metà campo avversaria, anche per merito di un reparto difensivo salentino fortificato notevolmente dall’arrivo di Gotti in panchina. Il Lecce nel finale approfitta del baricentro basso degli ospiti e all’88’ prova a colpire con Gallo, ma la sua azione in solitaria di conclude con un tiro debole. Santoro concede 4’ di recupero e allo scoccare del secondo minuto arriva il vantaggio in extremis dei padroni di casa con una bordata di Krstović dal limite dell’area che si spegne all’incrocio dei pali e porta avanti i giallorossi. Il pubblico al Via del Mare esulta, ma solo per pochi secondi, poiché il Monza si riversa subito nell’area del Lecce e guadagna calcio di rigore per fallo di mano di Venuti. Dal dischetto è glaciale Matteo Pessina nello spiazzare Falcone ed evitare la sconfitta della sua squadra appena prima del fischio finale. (e.c.)

Juventus-Milan 0-0 (ore 18.00)

Partita importante solo per l’orgoglio e per il secondo posto in classifica. La Juve si sveglia tardi ma avrebbe meritato la vittoria che le avrebbe consentito di accorciare il ritardo in classifica che prima del fischio d’inizio di Mariani recita -5.
Il Milan si tiene stretto un punto d’oro al termine di una prova opaca ma sufficiente a mantenere inalterate le distanze ipotecando il secondo posto.

Allegri sceglie il consueto 3-5-2 con Yldiz affiancato a Vlahovic in avanti. Solamente panchina per Milik, dopo il gol decisivo in Coppa Italia e Chiesa. Pioli risponde con un 4-2-3-1 con Giroud unica punta e nel prepartita deve rinunciare a Maignan, acciaccato, sostituito da Sportiello. Nei primi 15’ la partita la fa la Juve, senza però creare particolari problemi a Sportiello.
Il Milan si affida a qualche spunto di Leao ma il portoghese risulta evanescente e viene contenuto agevolmente da Weah, schierato a sorpresa di Allegri. Nella seconda parte della frazione il Milan guadagna un po’ di campo, Gabbia di testa ci prova al 29’ su azione d’angolo, palla al lato. La prima vera emozione si registra al 46’ con una punizione dal limite di Vlahovic che prova a sorprendere Sportiello bravo a deviare in angolo.
Si chiude dopo due minuti di recupero un primo tempo equilibrato in cui le due squadre hanno badato più a non scoprirsi e a non subire che a far male all’avversario.

Si riparte senza cambi. Al 49’ doppio intervento di Sportiello, prima su un sinistro dal limite di Kostic, poi, con l’aiuto del palo sul tap-in a botta sicura di Danilo. Leao con la sua partita scialba è il simbolo del Milan di questo periodo che non riesce a costruire un’azione pericolosa per la porta bianconera.
Al 59’ buona occasione per Yldiz che raccoglie un cross dalla trequarti di Rabiot ma il suo colpo di testa a metà tra una conclusione in porta e un assist per Vlahovic viene raccolto facilmente da Sportiello.
La Juve ci prova di più, anche grazie alla buona partita del giovane Yldiz. Intorno al 60’ iniziano i cambi dei due allenatori: Allegri boccia la prova di Vlahovic e lo sostituisce con Milik. Dentro anche Chiesa per Kostic. Pioli risponde mettendo sostanza in mezzo al campo con Bennacer. Subito spunto di Federico Chiesa che mette in mezzo una palla pericolosa ma Sportiello con coraggio anticipa in uscita Yldiz. Al 66’ la prima conclusione del Milan con Loftus-Cheek che da 25 metri sfiora il palo alla sinistra si Szczesny. Al 73’ buona occasione per Milik, che di testa impegna ancora l’ottimo Sportiello.
I cambi sembrano aver dato la scossa alla Juventus che prova a vincere la partita, soprattutto grazie all’asse Chiesa-Milik, il Milan non riesce a rispondere e si affida alle iniziative di Leao, anche stasera decisamente in ombra.
Il primo squillo del portoghese arriva solo al 79’, il suo destro a giro dal limite viene deviato in angolo dalla difesa bianconera.
Al 85’ la più grande occasione della partita, Sportiello si lascia sfuggire un facile pallone su colpo di testa di McKennie, ne nasce un batti e ribatti con il tocco di Rabiot dall’interno dell’area piccola, decisiva l’opposizione di Thiaw, che salva sulla linea.
La Juve prova l’arrembaggio nei 4’ di recupero finali e a questo punto meriterebbe il gol, ma in modo poco lucido. (a.c.)

Lazio-H. Verona 1-0 (ore 20.45)

Con Gila infortunato, Tudor schiera Patric, Romagnoli e Casale davanti al portiere Mandas; Kamada e Guendouzi gli interni di centrocampo, con Felipe Anderson e Marusic ad agire sulle fasce; davanti Castellanos, supportato da Luis Alberto e Isaksen. Veneti in campo con il 4-2-3-1: Montipò in porta; Tchatchoua, Coppola, Magnani e Cabal a completare il reparto; l’ex-Lazio Folorunsho e Serdar i vertici bassi di centrocampo, con Noslin sulla trequarti e il duo Lazovic-Mitrovic a muoversi intorno al centravanti Swiderski.

La prima occasione del match è per i biancocelesti, che vanno alla conclusione dalla distanza con Guendouzi. L’Hellas risponde al 4’ con il destro rasoterra di Noslin, che sfiora il palo alla destra di Mandas. Al 12’ altro tiro da fuori con Kamada, che con il mancino spara alto. La prima parata del match al 19’: Montipò con il piede si oppone al mancino ravvicinato di Isaksen, il quale era andato a botta sicura sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Accelerazione della Lazio con Felipe Anderson, che supera Serdar e calcia ma non imprime forza sufficiente al pallone, bloccato dal portiere avversario. Schema su calcio di punizione per la Lazio al 28′ ma lo scambio tra Luis Alberto e Felipe Anderson non viene sfruttata al meglio. L’Hellas si rifa avanti al 34’ con Serdar, che prova il destro da fuori trovando la deviazione in calcio d’angolo. Scaligeri vicinissimi alla rete dopo pochissimi secondi, con Swiderski che non riesce ad inquadrare la porta semivuota a seguito di un’incomprensione tra Patric e Mandas. Sul ribalatamento di fronte, la Lazio protesta per un contatto in area tra Guendouzi e Serdar. Poco gioco e molti contrasti negli ultimi dieci minuti, con le due squadre che vanno a riposo sullo 0-0.

Inizia la ripresa senza sostituzione da parte dei due allenatori. La Lazio parte fortissimo: Felipe Anderson al 47’ colpisce la traversa da fuori, complice una deviazione di Montipò con la punta delle dita. Al 53’ i biancocelesti sprecano in contropiede, con Luis Alberto che non riesce a tenere bassa la traiettoria del pallone dal limite. Lazovic spreca dall’altra parte, calciando debolmente tra le braccia di Mandas. Tudor al 60’ inserisce l’ex Mattia Zaccagni, al rientro dopo l’infortunio, e Pedro, out Isaksen e Casale, con Marusic spostato nei tre di difesa. Doppio cambio ance per Baroni, che leva Swiderski e Mitrovic per Suslov e Duda, aumentando la qualità offensiva. Buona chance per la Lazio al 62’, con Luis Alberto che tenta il pallonetto sull’uscita di Montipò, peccando nuovamente di precisione. Clamorosa l’occasione fallita da Pedro al 66’: Kamada anticipa il proprio avversario su una rimessa laterale, si porta in area e scarica per lo spagnolo, il quale però sbaglia di fatto un rigore in movimento. Ancora i padroni di casa in avanti, con Montipò che si oppone a Castellanos da distanza ravvicinata.
Dopo alcune polemiche scaturite da una punizione in favore del Verona che porta all’ammonizione di Duda e Luis Alberto, cambia il parziale all’Olimpico. Luis Alberto premia l’inserimento di Zaccagni che con il mancino da posizione defilata riesce a battere Montipò. Gol dell’ex per il numero 20 biancoceleste che non segnava dalla partita contro il Frosinone dello scorso 16 marzo. Baroni prova a riprenderla con altri cambi ed inserisce Centonze e Bonazzoli al posto di Tchatchoua e Lazovic.
All’82’ grandissimo riflesso di Mandas, che salva dopo una deviazione ravvicinata durante dopo un calcio di punizione battuto dai veneti. Tudor concede qualche minuto a Immobile a pochi minuti dal recupero. Il quarto uomo segnala 4 minuti aggiuntivi, nel corso dei quali la Lazio riesce a difendere il risultato, tenendo l’Hellas chiuso nella propria metà campo, anche se a 20 secondi dal fischio finale c’è l’ultima occasione per gli ospiti con il subentrato Henry.
I biancocelesti vincono di misura, come accaduto contro il Genoa, scavalcando momentaneamente l’Atalanta e portandosi a -3 dalla Roma. Il Verona rimane fuori dalla zona retrocessione e dovrà sperare nei passi falsi di Empoli, Udinese e Sassuolo, impegnati rispettivamente con Atalanta, Bologna e Fiorentina. (m.b.)

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