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Calcio stra-ordinario: il Superclasico della garra charrua

Il Superclasico di Montevideo tra Nacional e Penarol

di Andrea Iustulin – L’Uruguay è uno di quei paradossi del calcio a cui è difficile dare una spiegazione. Un paese con poco più di tre milioni di abitanti capace di tirare fuori giocatori di caratura mondiale come Luis Suarez e Diego Forlan, per citarne due su tutti. Eppure, c’è una motivazione che è stata spiegata dal centrocampista della Lazio Matias Vecino in una recente intervista: “Il merito è di Oscar Tabarez. Ha creato un sistema di nazionali giovanili che prima non esisteva, è stata la mente di quello che oggi si vede in giro per il mondo con tanti ragazzi che sono passati fra le sue mani. Se si allenava l’Under 15 lo trovavi a bordocampo a osservare e magari ti chiamava per darti un consiglio. Era sempre presente e ha creato qualcosa di unico in Uruguay”.

Queste parole rendono bene l’idea di ciò che si vive in questo territorio situato sull’estuario del Rio de la Plata. Un popolo con il calcio che scorre nelle vene che si divide fra chi offre lo spettacolo in campo e chi sugli spalti. E mai come il derby di Montevideo esprime al meglio cosa significa una partita per l’Uruguay. Di fronte il Nacional e il Penarol per quello che è il derby più antico del mondo al di fuori della Gran Bretagna.
Il fil rouge con la corona non è però casuale, lo sviluppo economico dello stato sudamericano portò molte compagnie inglesi ad investire sul territorio. Dove girano soldi e business serve anche uno svago e i giovani anglosassoni avviarono i residenti alla pratica del football.

Il 28 settembre 1891 vide così i natali il Central Uruguay Railway Cricket Club, fondato dagli impiegati della ferrovia dell’Uruguay Centrale di Montevideo, di proprietà britannica. Erano 118 i membri fondatori: 72 britannici, un tedesco e 45 uruguayani. Il nome però era poco ispanico e quindi venne abbreviato in CURCC oppure veniva utilizzato Peñarol in onore di un quartiere cittadino eretto durante la metà del XVIII secolo dalla famiglia italiana Crosa che erano originari di Pinerolo.
I colori sociali sono il giallo e il nero, tipici dei segnali ferroviari, mentre lo stemma è composto da nove bande verticali, cinque nere e quattro gialle, e undici stelle che rappresentano gli undici giocatori che scendono in campo.

Otto anni più tardi arrivano i rivali, era il 14 maggio 1899 quando un gruppo di ragazzi si riunisce nella casa di Ernesto Caprario a calle Soriano 99 per fondere il Montevideo Football Club e l’Uruguay Athletic Club in una nuova realtà calcistica che prevedeva il tesseramento di soli ragazzi creoli. È nato così il Club Nacional de Football. La prima maglia, ispirata alla bandiera di Artigas, uno dei simboli nazionali uruguaiani, è rossa, con colletto, polsini e taschino azzurri.
In più di cento anni di Superclasico sono state disputate oltre cinquecento sfide che oggi vedono come teatro in maniera eccezionale lo Stadio Centenario, nominato dalla FIFA “Monumento storico del calcio mondiale” nel 1983. Calore sudamericano che rendono lo storico impianto albiceleste un catino rovente per uno dei grandi classici del Sud America.

Per rendere l’idea di cosa sia questa partita basta sciorinare un po’ di numeri: quasi 600 partite disputate in oltre un secolo con il Penarol in leggero vantaggio. Il marcatore però è del Nacional con Atilio Garcia con 34 timbri. Se questo dato non è sufficiente allora bisogna inquadrare queste due squadre in Uruguay dove detengono circa l’80% dei tifosi del paese e ben 100 scudetti, 51 per i gialloneri e 49 per i biancoblù.

Momenti memorabili sono quindi una infinità ma alcune istantanee riecheggiano ancora oggi. Era il 1949 quando il Penarol conduceva 2-0 all’intervallo, i giocatori del Nacional decisero quindi di scappare dalle finestre dello spogliatoio come segno di protesta per un arbitraggio troppo filo giallonero. Un episodio che ancora oggi viene ricordato dagli aurinegros per schernire i rivali.

Il nervosismo è sempre stato una costante durante i match, nel 1990 la partita venne sospesa dopo che il direttore di gara tirò fuori venti cartellini rossi mentre nel 2000 la violenza portò all’arresto di nove giocatori che rimasero in prigione per un mese. Attimi di straordinaria follia che per fortuna lasciano spazio a momenti di assoluta celebrazione come nel 2011 quando un film sul Penarol intitolato ‘Manyas’ è diventata la pellicola con il maggior incasso della storia del cinema uruguaiano.

Per festeggiare questo successo venne organizzata una raccolta fondi di circa 800.000 corone che permise la realizzazione dello striscione più lungo della storia del calcio. Un primato che durò appena tre anni, i tifosi tricolores strapparono ai rivali il record realizzando un telone lungo 600 metri e alto 50 per un totale di 30000 metri quadrati che coprì tre delle quattro le tribune del Centenario. Questo è il derby di Montevideo, questo è il Superclasico.

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