Morto Franz Beckenbauer, leggenda del calcio tedesco

di Marcello Baldi – Franz Beckenbauer si è spento ieri, domenica 7 gennaio 2023, all’età di 78 anni. L’ex calciatore tedesco, tra i difensori più forti della storia del calcio, era malato da tempo e negli ultimi giorni le sue condizioni si erano aggravate. A darne l’annuncio alla stampa quest’oggi è stata la famiglia
“È con profonda tristezza che vi informiamo che mio marito e nostro padre Franz Beckenbauer si è addormentato serenamente ieri, domenica, circondato dalla sua famiglia. Vi chiediamo di piangere in silenzio e di astenervi dal fare domande” è il messaggio diffuso dalla moglie e dai figli tramite l’agenzia di stampa Dpa.

Icona del calcio tedesco, da molti considerato il miglior difensore in assoluto della storia come testimoniano i due Palloni d’Oro vinti nel ’72 e nel ’76, Franz “Der Kaiser” Beckenbauer ha iniziato la sua carriera nel Bayern nel 1958, vincendo quattro titoli di Bundesliga e altrettante vittorie in DFB Pokal.

È stato il fulcro e il capitano delle tre vittorie consecutive in Coppa dei Campioni negli anni ’70, decennio in cui è stato anche incoronato campione del mondo e d’Europa con la Germania.
Alle 396 partite in Bundesliga e ai 44 gol con il Bayern si aggiungono 28 presenze con l’Amburgo, dove il Kaiser vinse il quinto titolo nella massima serie nel 1982. Da allenatore della Germania, ha replicato la vittoria in Coppa del Mondo nell’edizione di Italia ’90.

Chi è stato Kaiser Franz

Limitare al campo quello che Franz Beckenbauer ha rappresentato per la Germania, non solo calcistica, è assolutamente riduttivo. Una frase celebre in Germania su di lui recita: “È sotto a Dio, ma sopra il cancelliere”.
La sua grandezza infatti era tangibile a partire dal soprannome: “Der Kaiser”, ossia “L’imperatore”, non solo perché da calciatore ha vinto tutto quello che poteva vincere con il proprio club (nel Bayern ha dominato la scena dal 1964 al 1977) ma anche per l’autorità, mista ad eleganza, che dimostrava in campo.

Nel suo ruolo, quello che una volta veniva definito “libero”, Beckenbauer è considerato da molti alla pari di Pelè e Maradona. 

Nella storica partita del 1970 tra Italia e Germania, gara nota come “Partido del siglo” (La partita del Secolo), giocata tra la Italia e Germania dell’Ovest, terminata 4-3 per gli Azzurri, la sua nazionale aveva effettuato le due sostituzioni consentite dal regolamento dell’epoca, motivo per il quale Beckenbauer giocò fino al fischio finale con una benda attorno al braccio nonostante una lussazione rimediata alla spalla.

Da capitano, il Kaiser continuava a condurre gli attacchi dei propri compagni con carisma e decisione. La Germania perse, ma in campo era come se avesse vinto alla pari degli avversari, che accedettero alla finale del Mondiale per poi perdere contro il Brasile.

È facile sostenere che chiunque sarebbe rimasto in campo per rappresentare la propria nazionale, ancor più con la fascia da capitano al braccio. Probabilmente nessuno lo avrebbe saputo fare con la stessa grandezza con cui lo fece Beckenbauer.



La sua scomparsa segna la fine del mito e l’inizio della leggenda. Quella di una figura assai rara nel calcio moderno, ma che dovrebbe rappresentare l’esempio massimo, il modello a cui qualsiasi calciatore, non necessariamente di ruolo difensore, dovrebbe auspicare.