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Stop al Decreto Crescita: le reazioni

I presidenti di Serie A compatti contro la decisione del Governo

La decisione del Consiglio dei Ministri di mettere fine alle agevolazioni fiscali per gli sportivi provenienti dall’estero ha diviso il mondo del calcio.

Favorevole alla misura Umberto Calcagno, presidente dell’Assocalciatori, che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera al Ministro dell’Economia Giorgetti, al Viceministro Leo e al Ministro per lo Sport e i Giovani Abodi per ribadire la contrarietà dell’Aic alla proroga dei benefici fiscali per gli stranieri. Questo in un’ottica di tutela del “patrimonio sportivo rappresentato dai calciatori italiani” e di conseguenza della Nazionale.

La posizione dell’Aic è stata espressa attraverso una nota ufficiale:

Abbiamo appreso con grande soddisfazione la notizia dell’abrogazione, anche per gli sportivi, della norma sugli impatriati contenuta nel Decreto Crescita, previsione che penalizzava l’intero movimento calcistico nazionale. Finalmente dal 1 gennaio 2024 calciatori italiani e stranieri potranno competere sullo stesso piano; per questo, ringrazio chi nel governo e nelle forze politiche si è mostrato sensibile alle nostre istanze e alle sorti del calcio italiano, per tutelare lo sviluppo della filiera del nostro mondo e il futuro della Nazionale.”

C’è preoccupazione invece tra i presidenti della Lega Serie A, convinti che “questa decisione avrà come unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito. La mancata proroga produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario“.

Si è battuto a favore della concessione della proroga Claudio Lotito il presidente della Lazio nonché Senatore della Repubblica eletto tra le file del partito di maggioranza Forza Italia: “Così non va bene anche perché lo Stato non incassa i soldi, se tu hai uno straniero che paga le tasse in Italia sarà meglio di uno che non viene e non le paga no? Voglio vedere chi viene in Italia adesso. In questo modo il nostro campionato perderà di competitività. L’anno scorso ci sono state tre squadre in tutte e tre le finali europee, adesso voglio vedere che succederà. Vorrà dire che le prossime squadre che andranno in Champions le indicheranno l’Aic, sono loro che hanno fatto di tutto per farla soccombere, bravi bravi”

Giorgio Furlani, ad del Milan, l’abolizione dei benefici fiscali “è una decisione che indebolisce il calcio italiano. Molto penalizzante perché si cambia una legge dall’oggi al domani. Ci troviamo di fronte a leggi e regolamentazioni che ci impediscono di tornare a essere leader europei e mondiali. Ringrazio il ministro Abodi, che ha provato a spingere per un tavolo sulle nostre difficoltà”

Per Giuseppe Marotta, ad dell’Inter, la mancata proroga “è un autogol per il calcio e l’economia del nostro Paese, proprio ora che il calcio italiano stava risalendo la china. La Serie A sarà più povera, un danno irrimediabile che non creerà alcun vantaggio per il made in Italy

Di “decisione incomprensibile” parla l’ad del Bologna Claudio Fenucci: “Ora dovremo adeguare i budget con gli effetti della nuova fiscalità e questo significa attrarre calciatori probabilmente di minor rilevanza tecnica. Questo implicherà una minor competitività internazionale e quindi minori risorse per il calcio italiano“.

Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, sottolinea che “questa decisione porterà meno competitività, meno visibilità e meno denaro per i club. Dobbiamo fare fronte comune noi società, ma non solo su questioni come questa. Tutti dovremmo fare gruppo per sostenere questo sport straordinario. Non dobbiamo dimenticarci il settore giovanile, il settore femminile, le difficoltà e le opportunità di crescita

Critico anche diesse della Roma Tiago Pinto: “Da straniero non mi permetto di criticare le decisioni di chi è stato eletto per fare il meglio per il proprio Paese. Come uomo di calcio, per me è un errore grande perché basta guardare cosa abbiamo fatto in A negli ultimi anni. Siamo riusciti a competere con la Premier e altre realtà con potere economico diverso. Tre squadre nelle finali europee, U20 in finale al Mondiale, U19 che ha vinto l’Europeo. Politicamente non sono esperto, calcisticamente una bella botta“.

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