di Gianluca Stanzione – Nell’13^ giornata di Serie A va in scena il derby d’Italia tra la Juventus di Massimiliano Allegri e l’Inter di Simone Inzaghi. Sarà la sfida numero 250 in gare ufficiali tra le due squadre, un duello che ci darà importanti indicazioni nella lotta scudetto.
Come arriva la Juventus
I bianconeri arrivano alla grande sfida forti del secondo posto in classifica e della solidità ritrovata. In questo avvio di campionato la squadra di Massimiliano Allegri ha dimostrato maturità e carattere nei momenti decisivi, non a caso il successo sui nerazzurri varrebbe la vetta della classifica.
Juventus in fase di possesso
In questa stagione i bianconeri scendono in campo con il 3-5-2, vero e proprio marchio di fabbrica di Massimiliano Allegri. La fase di prima costruzione juventina parte spesso dal basso, dai piedi di Szczesny. I due quinti del centrocampo si alzano moltissimo offrendosi come soluzioni per lo sviluppo. I braccetti difensivi della linea (Danilo e Gatti) a tre juventina si allargano quasi a calcare la corsia esterna ma pur sempre mantenendosi bassi. Il portiere polacco si affida quasi sempre al centrale difensivo Bremer, dai piedi del brasiliano ha il via la costruzione della Juventus.
Dal quintetto di centrocampo molto spesso il vertice basso o playmaker si abbassa quasi sulla linea difensiva proponendosi come soluzione per lo sviluppo della manovra. La maggioranza delle azioni di gioco juventine passa dai piedi di Locatelli o dal suo sostituto. Il vertice basso del centrocampo bianconero ha un ruolo da protagonista nello sviluppo del gioco: è il giocatore che tocca il maggior numero di palloni e al contempo riesce a dare un’importante mano in fase difensiva. Durante il momento di sviluppo del gioco una delle due punte viene incontro al pallone mentre i due quinti del centrocampo tendono ad allargarsi molto con l’obiettivo di allargare la difesa avversaria. Nella fase di rifinitura bianconera svolgono un ruolo determinante i due quinti del centrocampo (Kostic o Cambiaso a sx e Weah o McKennie a dx), molto rapidi e abili nel fornire rifornimenti ai terminali offensivi. Altro tassello chiave in questo senso e in quella zona di campo è Federico Chiesa: la seconda punta juventina svaria sul fronte offensivo senza dare punti di riferimento agli avversari. Nella maggior parte dei casi le azioni di gioco juventine vanno a sfogare sulle corsie laterali, non a caso i due esterni del quintetto di centrocampo dimostrano di avere polmoni d’acciaio e puntualmente con i loro cross riescono a trovare l’area di rigore avversaria. Cercare le corsie esterne è il vero e proprio mantra di Massimiliano Allegri: nelle transizioni positive, una volta riconquistato il possesso, la prima scelta sono sempre le zone laterali del campo. La Juventus una volta riconquistato il possesso del pallone Nello scacchiere bianconero sono davvero in molti ad occuparsi della finalizzazione dell’azione. Oltre ai due terminali offensivi, uno dei due quinti e le due mezz’ali del centrocampo (Rabiot o McKennie) riescono spesso a riempire l’area di rigore. Un altro fattore che si sta rivelando importante per la Juventus è il gioco aereo sulle palle inattive. La squadra di Massimiliano Allegri è dotata di giocatori robusti e forti fisicamente, non a caso i bianconeri sono tra le squadre più pericolose e prolifiche in questo senso.
Juventus in fase di non possesso
In questo momento i bianconeri sembrano essere la squadra più solida del campionato, riuscendo a proporre un’ottima fase difensiva che ha portato la Juventus ad essere la seconda miglior difesa del torneo alle spalle dell’Inter.
La vecchia signora in fase di non possesso risulta essere molto aggressiva e spigolosa da scardinare. Con gli avversari che costruiscono dal basso i due terminali offensivi e i due quinti del centrocampo vanno forti in pressione. Le linee di centrocampo e difesa si muovono all’unisono mantenendo sempre poca distanza tra i reparti. Saltata la prima pressione bianconera sarà il centrocampista più vicino alla palla ad uscire forte sull’avversario. I due braccetti del terzetto difensivo molto spesso rompono la loro linea andando a prendere l’avversario anche a centrocampo. Con gli avversari in zona offensiva la Juventus si schiaccia formando una linea a 5, nella quale i tre difensori centrali marcano sempre a uomo cercando il contatto fisico con l’attaccante. La squadra piemontese utilizza moltissimo le marcature preventive, non a caso una volta perso il possesso del pallone riescono rapidamente a recuperarlo. In occasioni di palle inattive la Juventus applica marcature a uomo.
Come arriva l’Inter
La squadra di Simone Inzaghi arriva in salute al derby d’Italia: con nove risultati utili consecutivi di cui sei in campionato i nerazzurri affronteranno la gara da primi in classifica. In questo avvio di stagione l’Inter ha mostrato eccellenti numeri in fase offensiva e un’elevata solidità in fase difensiva.
Inter in fase di possesso
La squadra di Simone Inzaghi si schiererà a specchio con la Juventus, il 3-5-2 è il vero e proprio marchio di fabbrica del tecnico piacentino. La fase di prima costruzione interista dipende molto dal tipo di pressione che apportano gli avversari. Quando i nerazzurri hanno libertà di iniziare l’azione senza una forte pressione, prediligono il gioco dal basso. La prima costruzione parte dai piedi di Sommer, Il portiere svizzero affida rapidamente il pallone al suo terzetto difensivo. I due quinti del centrocampo si abbassano pur restando molto larghi, offrendosi come soluzione per lo scarico. Allo stesso modo sarà il vertice basso del terzetto di centrocampo (Chalanoglu) ad avvicinarsi alla linea difensiva e a smarcarsi per ricevere il pallone. I due terminali offensivi nerazzurri (Martinez e Thuram) si propongono con movimenti a venire incontro. La prima costruzione nerazzurra potrebbe subire variazioni nel caso in cui dovesse subire una forte pressione avversaria: a quel punto la manovra interista diventerebbe meno elaborata e più diretta. L’obiettivo sarà quello di scavalcare il centrocampo e la soluzione sarà la ricerca di lanci lunghi alla ricerca delle punte. Con il pallone tra i piedi della retroguardia interista, i due quinti si alzano molto con l’obiettivo di portare via il loro marcatore e al contempo i due attaccanti vanno a ricercare la profondità piuttosto che venire in contro. Lo sviluppo della manovra interista è affidato ai piedi Chalanoglu, le sue caratteristiche gli consentono di poter giocare il pallone sia corto che lungo. Con l’addio di Brozovic il turco è diventato il vero e proprio regista della squadra, il giocatore che detta i tempi di gioco e tocca il maggior numero di palloni. Principalmente l’Inter sviluppa maggiormente le sue azioni sulla catena di sinistra, dove Bastoni e Dimarco contribuiscono molto nello sviluppo della manovra. La squadra nerazzurra ha davvero tantissime soluzioni e uomini in fase di rifinitura: il lavoro dei quinti (Dumfries e Dimarco) sulle corsie esterne e la qualità tecnica degli intermedi di centrocampo (Mkitharyan e Barella) riescono a rendere la manovra sempre molto fluida e intensa. Essendo il miglior attacco del torneo l’Inter presenta molte soluzioni anche nel momento della finalizzazione. Con il pallone sulle corsie esterne andranno a riempire l’area di rigore in tantissimi: i due terminali offensivi, le due mezz’ali del centrocampo e il quinto della fascia opposta. Un’altra importante soluzione per la squadra di Inzaghi sono le conclusioni dalla distanza, poiché la squadra è dotata di ottimi tiratori. Impossibile infine non citare anche le palle inattive, vero e proprio fattore in casa nerazzurra vista e considerata la struttura fisica dei saltatori: in questi frangenti l’Inter porta in area di rigore il terzetto difensivo, Dumfries e i due terminali offensivi. Se alle qualità dei saltatori nerazzurri aggiungiamo anche le capacità balistiche dei battitori ecco che ogni punizione o calcio d’angolo può rivelarsi importante per la squadra interista.
Inter in fase di non possesso
In fase di non possesso la squadra nerazzurra sfrutta l’aiuto dei quinti del centrocampo e si dispone con una linea difensiva a cinque. Il quintetto difensivo lavora molto stretto e compatto come fosse una catena. I due braccetti difensivi (Bastoni e Darmian) spesso si trovano a rompere la linea difensiva per intercettare palloni anche a 40-50 metri dalla propria porta. Un ruolo determinante in fase di pressione lo svolgono i due intermedi del centrocampo che con un pressing orientato indirizzano l’azione avversaria, costringendo l’avversario ad andare dove è meno pericoloso per la squadra interista. Allo stesso modo anche i due terminali offensivi, autori della prima pressione cercano di far giocare l’avversario sulle corsie esterne, oscurando passaggi in zone centrali del campo. In occasione di calci d’angolo o calci di punizione a sfavore l’Inter opta per una marcatura mista: vale a dire che in cinque marcheranno l’uomo e in due (uno sul primo palo e uno al limite dell’area) terranno d’occhio la loro zona.
La sfida
Quella di questa sera non sarà certo una gara da dentro o fuori ma certamente peserà e non poco nella lotta al vertice. La squadra di casa, la Juventus può tornare in vetta alla classifica dopo più di due anni mentre l’Inter ha la possibilità di allungare e mettere distanza dalle inseguitrici. Con i bianconeri che quest’anno avranno un unico impegno a settimana e con l’Inter che ha una rosa extra large sembrano essere loro le due principali candidate allo scudetto. Sono due squadre che hanno un modulo di schieramento simile ma che interpretano il gioco in maniera completamente diversa. Sarà una gara in cui saranno determinanti i duelli sulle corsie esterne, zone di campo molto sfruttate da entrambe le squadre. In campo non mancherà di certo la qualità e il temperamento in una sfida che farà da biglietto da visita per tutto il calcio italiano.
Le probabili formazioni
Juventus
Szczesny, Gatti, Bremer, Rugani, Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic, Chiesa, Vlahovic. (all: Massimiliano Allegri)
Inter
Sommer, Darmian, De Vrij, Acerbi, Dumfies, Barella, Chalanoglu, Mkitharyan, Dimarco, Martinez, Thuram. (all: Simone Inzaghi)
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