di Silio Rossi – Chissà se il Gerovital è ancora in commercio. Se in tutti questi anni ha prodotto l’effetto che la sua scopritrice, la dottoressa Ana Aslan, si era magicamente prefissato alla fine degli anni Ottanta? Probabilmente qualche pensionato ne ha tratto giovamento ma non ci sarà mai nessuno, almeno qui in Italia, che ammetterà di non essere invecchiato precocemente, grazie al prodotto farmaceutico della scienziata rumena.
Sul fatto che fosse efficace ci ha creduto Antonio Matarrese, allora presidente della Federcalcio, a marzo del 1989, quando la Nazionale di calcio, guidata da Azeglio Vicini, in preparazione ai mondiali dell’anno dopo, aveva programmato un incontro amichevole con la Romania a Sibiu, visto che gli azzurri erano esentati a giocare gare di qualificazione, a Italia ’90’, essendo padroni di casa.
Bene, don Tonino con altri dirigenti federali fece una visitina nello studio della dottoressa Aslan e tornò indietro con un’auto carica, fino all’inverosimile, di scatole di Gerovital da distribuire, molto generosamente, a quanti facevano parte del seguito azzurro e a chi avesse avuto il piacere di riceverlo.
I due incaricati a disposizione della nostra Federazione ci misero quasi un’ora per sistemare, nella hall dell’albergo che ci ospitava, le scatole acquistate da Matarrese e siccome, come ammonisce Luigi Pirandello: “Non è vero, ma ci credo“, si formò la folla delle grandi occasioni anche tra noi giornalisti per avere almeno un pacco di quel prezioso farmaco.
Matarrese rideva soddisfatto e, mentre assisteva alla distribuzione di quanto aveva generosamente regalato, seguiva, non facendo mancare frasi e battutelle dal doppio senso, la consegna del Gerovital. Perché stando alle informazioni che gli aveva dato la dottoressa Aslan, oltre al ritardo dell’invecchiamento precoce, il farmaco poteva essere utile anche per ritardare la “pace dei sensi”. Almeno questa era la speranza e, ovviamente le aspettative di chi ne avesse serio bisogno, per una vita sessuale di tutto rispetto.
Come gli altri ospiti dell’hotel presi la scatola del Gerovital che regalai a un funzionario del governo rumeno, un uomo in divisa militare, tale Pascu, che ringraziò commosso, prima di mettersi a tavola per la cena ufficiale tra le due delegazioni, alla quale parteciparono molti funzionari che, a giudicare dalla voracità con cui mandavano giù le pietanze, mi fecero pensare che non mangiavano da giorni.
Dunque la Nazionale era a Sibiu per il match amichevole con la Romania, allora grandissima formazione, formata in prevalenza da giocatori della Steaua di Bucarest, una delle grandi sorprese in Europa , capace di conquistare, tre anni prima nella finale contro il Siviglia, la Coppa dei Campioni, strappata al Barcellona, grazie alle prodezze del portiere Helmut Ducadam, vero eroe della serata con i quattro rigori parati agli atleti spagnoli dopo i tempi supplementari.
Giustamente Vicini temeva i rumeni, scorbutici e difficili da affrontare come tutte le compagini dell’Est e chissà che Matarrese, soffrendo le stesse paure, non avesse acquistato il Gerovital per farlo somministrare ai nostri calciatori. Vinse ovviamente la Romania per 1-0 con un gol di Sabau, per la felicità di Nicu Ceaucescu, uno dei figli del dittatore, messo dal padre nel ruolo di plenipotenziario di quella zona. Era grande appassionato di calcio e di auto di grossa cilindrata, per le quali, come raccontano gli storici di allora, non si fece scrupolo di prendere a bastonate le mani del povero Ducadam che si era rifiutato di consegnargli la Mercedes che Re Juan Carlos in persona, aveva voluto regalargli per le prodezze dei quattro rigori parati.
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