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Nazionale: dimissioni, la verità di Mancini

"Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto"

Roberto Mancini non ci sta: troppe le illazioni e le ricostruzioni che hanno seguito le sue dimissioni da ct dell’Italia. Definendo l’esperienza da ct “il lavoro più importante della mia vita“, l’ex allenatore azzurro ha voluto affidare la sua verità a diverse testate stamattina, dalle sirene arabe, alle divergenze con il presidente federale Gravina.

“Non sono scappato da nessuna parte. Non ho ucciso nessuno. Non credo di meritare tutto il fango che mi stanno buttando addosso. Non ho ammazzato nessuno, merito rispetto. E l’Arabia Saudita non c’entra nulla. Proprio nulla”, dice al Corriere dello Sport.

IL RIASSETTO DELLO STAFF – Mancini a La Repubblica non nega che sulla decisione abbia in qualche modo pesato la riorganizzazione dello staff azzurro: “Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff“.

IL RAPPORTO DETERIORATO CON GRAVINA – Mancini passa quindi all’attacco confessando che il rapporto con il numero uno della Figc si era complicato da un po’: “Non c’ea più fiducia. È da un po’ di tempo che lui pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione: alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo”.

LA CLAUSOLA DI ESONERO – Nell’intervista Mancini spiega di aver chiesto l’eliminazione dal contratto della clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024: “Avrebbe potuto essere un segnale. Lo avevo chiesto per lavorare tranquillo in questi mesi, ma è chiaro che sarei andato via se non fossimo riusciti a qualificarci”.

GLI ERRORI DI GRAVINA – “Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto. Mi sarebbe bastato un segnale, non me l’ha dato. Non ha voluto che restassi, erano mesi che c’era questa situazione. Però Gravina verrà ricordato come il presidente che ha vinto l’Europeo, non per gli errori che ha fatto“.

LE DIMISSIONI DOPO L’ELIMINAZIONE MONDIALE – L’ex ct ammette di aver pensato alle dimissioni già dopo la mancata qualificazione al Mondiale in Qatar: “Io me ne sarei anche andato, ma mi hanno chiesto di rimanere. Sono stati cinque anni incredibili, l’Europeo sarà il mio ricordo più bello.

L’OFFERTA ARABA – ” Non nego che ci sia l’interesse da parte loro. Le due situazioni sono indipendenti e comunque ora non voglio pensare a niente”.

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