di Francesca Turco – Il circolo polare artico dista pochi, pochissimi, chilometri. La stagione estiva si affaccia timida da giugno e settembre ma anche in quei giorni il termometro non sale oltre i 6 gradi. Per i restanti nove mesi le temperature rimangono spesso vicine allo zero e d’inverno, in alcune zone, precipitano fino a toccare i -30°C, come a Qaanaaq.
Il giorno dura 24 ore a giugno, quasi 24 ore a maggio e luglio, e 20 ore in media ad agosto. A dicembre e gennaio invece domina il buio e il sole torna a farsi vedere non prima della metà di gennaio.
Siamo in Groenlandia, dal danese “terra verde” che però di verde ha ben poco. Solo il 20% dell’isola più grande al mondo è abitabile, il resto è ghiaccio.
Eppure anche la Groenlandia ha il suo campionato di calcio, al momento ancora non riconosciuto dalla FIFA ma ci si sta lavorando con l’aiuto della Federazione danese che sta contribuendo alla realizzazione di campi sintetici, condizione necessaria per ottenere l’affiliazione.
Sui 60 mila abitanti dell’isola, sono oltre 5000 quelli che partecipano alla competizione, dislocati nei pochi campi disponibili alcuni raggiungibili solamente via mare.
Per motivi facilmente immaginabili la composizione delle squadre è forzatamente eterogenea: si va dai 14 fino ai 60 anni, o meglio fino a un’età in grado di garantire una condizione fisica appena più che accettabile.
Nel 2018, ad esempio, in una partita tra il Kugsak-45 di Qasiggiannuit e Nagdlunguaq-48 di Ilulissat si sono affrontati il più anziano e il più giovane calciatore di sempre del campionato groenlandese. Jonas Hansen di 48 anni e Nemo Thomsen che ne aveva appena compiuti 14.
Il torneo GrønlandsBANKEN GM, creato nel 1954 ma solo dal 1971 organizzato dalla Federazione calcistica groenlandese, è strutturato in tre fasi. La prima si disputa a livello locale; i vincitori accedono alla seconda fase a livello regionale; i primi e secondi classificati si sfidano nel campionato vero e proprio, la Grønlandsbanken Final, che assegna lo scudetto.
Ovviamente tutto in tempi strettissimi: i rigori della neve e del freddo non lasciano scelta.
Terminate le selezioni regionali a luglio, la fase finale ha appena preso il via a Qaqortoq, nella zona più a sud del Paese, e chiuderà i battenti già il giorno 15 di agosto. In soli cinque giorni sei squadre si contenderanno il titolo in questa edizione. La favorita è la B-67 di Nuuk, la capitale, il club più titolato di Groenlandia, vincitore di 13 titoli, cinque dei quali consecutivi.
Niente tribune, curve o spalti: i tifosi si sistemano in postazioni di fortuna, a volte pericolosamente instabili sulle rocce a strapiombo sul pack artico. Ma il richiamo del calcio giustifica tutte le condizioni, anche le più estreme.
Tanta passione, la stessa a ogni latitudine, e un vanto che risponde al nome di Jesper Grønkjær, nato a Nuuk il 12 agosto 1977, la cui luminosa carriera tra Ajax, Chelsea e Atletico di Madrid è partita proprio da qui, da un piccolo club della cittadina di Thisted.
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