di Ernesto Taccone – Lascia il calcio giocato l’ultimo eroe della notte di Berlino 2006. A cavallo tra i 45 e i 46 anni, il campione del mondo Gianluigi Buffon ha detto basta a ritiri e allenamenti sul campo e ha deciso di appendere i guanti al chiodo.
“Finisce qua: mi hai dato tutto, ti ho dato tutto. Abbiamo vinto insieme”, questo l’annuncio sui canali social del portierone azzurro, che nel corso della sua lunga e strepitosa carriera di 28 anni ha esordito vestendo la maglia del Parma (8 anni), per poi difendere tra i pali i colori della Juventus (19 anni) e del Paris Saint Germain, ma soprattutto il colore azzurro della Nazionale.
I record
Considerato da molti uno dei migliori portieri del mondo, il Gigi nazionale ha vinto tanto e stabilito diversi record. Detiene infatti quello di imbattibilità nella Serie A per aver mantenuto la porta inviolata per 974 minuti nella stagione 2015-2016; e quello del maggior numero di scudetti vinti (ben 10, ai quali si aggiungono 6 Coppe Italia, 7 Supercoppe Italiane, una Coppa UEFA, un Campionato Ligue 1 e una Supercoppa di Francia, un campionato di Serie B).
Con la Nazionale italiana, ha partecipato a 5 Campionati Mondiali (record condiviso con altri 6 campioni), è il detentore del record di presenze (176), oltre essere stato campione del mondo 2006, vicecampione d’Europa 2012, campione europeo con l’Under 21 nel 1996. Nel 2003, la UEFA gli ha riconosciuto il titolo di miglior portiere e, tra il 2003 e il 2017, è stato eletto 5 volte “Portiere dell’anno”. Nel 2016, a Monte Carlo, è stato premiato con il Golden Foot, divenendo il primo portiere nella storia a ricevere un tale riconoscimento. Ma il suo momento magico è stato sicuramente nel 2006, quando è stato premiato dalla FIFA come miglior portiere del Mondiale e si è piazzato secondo nella classifica del Pallone d’Oro, dietro al compagno di club e di nazionale Fabio Cannavaro.
Adesso per Superman Gigi è tempo di pensare al futuro, che non sarà senza il pallone. In Nazionale sembra possa essere pronto un ruolo da dirigente nella delegazione azzurra guidata dall’amico Roberto Mancini: una presenza importante, vista l’esperienza internazionale, a cavallo tra quella di Gigi Riva e Gianluca Vialli.
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