di Marcello Baldi – Allo Stadio Olimpico di Roma, Lazio e Juventus sono protagoniste del match di cartello del 29esimo turno di Serie A che finisce con la vittoria biancoceleste per 2-1. Un match pesantissimo per la lotta Champions League, considerando i passi falsi di Inter e Milan, fermate rispettivamente da Salernitana ed Empoli sul pari e la sconfitta dell’Atalanta contro il Bologna, con la Roma invece vittoriosa di misura contro il Torino nel match delle 18.30.
Maurizio Sarri ritrova Ciro Immobile dal 1’, affidandosi al classico undici. Landucci – vice di Allegri rimasto a Torino per l’influenza – sceglie invece Vlahovic in attacco, con Milik che parte inizialmente dalla panchina, sostenuto da Kostic e Di Maria. Titolare Gatti in difesa. I biancocelesti hanno vinto solo una delle ultime 17 gare casalinghe in Serie A contro i bianconeri.
La partita
I dettami della sfida sembrano subito chiari: sono gli uomini di Sarri a cercare di imporre il proprio gioco, mentre i bianconeri decidono, almeno nelle fasi iniziali del match di attendere i biancocelesti nella propria metà campo, provando a ripartire sfruttando al massimo le corsie di destra e di sinistra grazie alla qualità delle proprie ali. Al 12’ arriva la prima occasione per i padroni di casa, con un colpo di testa di Milinkovic che però termina alto di poco. È il primo campanello d’allarme per la porta di Szczesny, che al minuto 29’ è costretto al primo vero intervento su una conclusione al volo di Ciro Immobile. È solo il preludio al gol però, che arriva 9’ più tardi e su cui si concentreranno molte delle proteste juventine, in campo e nel postgara. Mattia Zaccagni converge verso il centro e crossa in area di rigore, trovando Sergej Milinkovic-Savic. Il centrocampista serbo, liberandosi di Alex Sandro con un apparente spinta, stoppa di petto e conclude a rete con il mancino, battendo il portiere polacco. Rete del vantaggio biancoceleste che manda in visibilio il pubblico di casa, non prima però di essere ricontrollata attentamente al Var. Dopo un abbondante minuto di review, confermata la decisione di DI Bello e la Lazio può esultare. Il gol del vantaggio però dura appena 3 minuti. La Juventus si riversa in attacco e, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Rabiot è il più lesto di tutti a ribattere in rete dopo che Provedel si era esaltato su una conclusione ravvicinata di Bremer. Il francese, alla seconda conclusione, rimette subito il risultato in parità. Si va dunque a riposo sull’1-1, ma non prima che l’arbitro abbia sanzionato Alex Sandro e Locatelli per due duri contrasti ai danni dei biancocelesti.
Comincia il secondo tempo senza nessun cambio. Vola un altro giallo per Cuadrado (graziato un paio di volte nel primo tempo), ma la Lazio è decisamente tornata in campo col piglio giusto. Bastano 8’ minuti per riportarsi avanti e il gol è letteralmente da stropicciarsi gli occhi. Felipe Anderson sgasa sulla destra, superando il diretto marcatore e crossa rasoterra in area alla ricerca di Luis Alberto. Il Mago biancoceleste, senza nemmeno guardare colpisce la palla con il tacco, liberando Zaccagni alla conclusione. L’ex-Verona, così come aveva deciso il derby, la piazza sul secondo pallo, dove Szczesny non può arrivare e riporta avanti i suoi. Sotto gli occhi di Mancini in tribuna il numero 20 tocca la doppia cifra di gol, ma il merito di questa rete va tutto a Luis Alberto. Per la Juventus inizia un’altra partita. Landucci capisce il momento di difficoltà ed effettua tre cambi in un colpo solo: dentro Chiesa, Milik e Paredes. Proprio Chiesa, insieme al “Fideo” Angel Di María, si prendono il compito di trascinare l’undici di Max Allegri. Al minuto 84’, i bianconeri hanno la ghiotta occasione per ritrovare il pari, ma la splendida conclusione di Fagioli termina alta di poco. Dopo quasi 7 minuti di recupero, arriva il triplice fischio.
La Lazio vince e si porta a 58 al secondo posto in solitaria, tornando a +5 sulla Roma e allungando sulle milanesi e sull’Atalanta. La Juve, in attesa di capire se i 15 punti di penalizzazioni potranno essere restituiti, rimane a quota 44.
Il tabellino
Lazio (4-3-3): Provedel; Marusic, Casale, Romagnoli, Hysaj; Milinkovic-Savic, Cataldi (25′ st Vecino), Luis Alberto; Felipe Anderson, Immobile (19′ st Pedro); Zaccagni (39′ st Basic). A disp.: Maximiano, Adamonis, Pellegrini, Patric, Marcos Antonio, Cancellieri, Romero, Radu, Lazzari, Mario Gila, Fares. All.: Sarri
Juventus (3-5-1-1): Szczesny; Gatti, Bremer, Alex Sandro; Cuadrado (25′ st Danilo), Fagioli (41′ st Miretti), Locatelli (18′ st Paredes), Rabiot, Kostic (18′ st Chiesa); Di Maria; Vlahovic (18′ st Milik). A disp.: Pinsoglio, Perin, Bonucci, Rugani, Soulé. All.: Allegri (in panchina Landucci)
Arbitro: Di Bello
Marcatori: 38′ Milinkovic-Savic (L), 42′ Rabiot (J), 8′ st Zaccagni (L)
Ammoniti: Provedel, Milinkovic-Savic (L); Bonucci, Alex Sandro, Locatelli, Cuadrado, Miretti (J)
Le dichiarazioni del post partita
LANDUCCI: “La spinta di Milinkovic? Se senti quelli della Lazio dicono che non è fallo, quelli della Juve dicono che è fallo. Decide l’arbitro, noi ci rimettiamo alle decisioni del direttore di gara. Abbiamo fatto un primo tempo al di sotto delle nostre possibilità. Poi nel secondo tempo abbiamo fatto un’ottima gara, meritavamo sicuramente di segnare. Il risultato di parità sarebbe stato più giusto, però noi accettiamo il verdetto del campo. Champions? Dobbiamo essere sempre ottimisti e positivi. Aspettiamo la sentenza del 19. Abbiamo conquistato 59 punti sul campo, ma ora ne abbiamo 44. Aspettiamo e da lì ripartiremo. Pensiamo gara dopo gara“.
SARRI: “Milinkovic? La mia impressione, da lontano, è che potesse anche fischiare fallo ma ho avuto anche l’impressione che la Juventus dovesse finire in nove. Con 27 punti in palio può succedere anche di tutto, ci sono ancora partite difficili da affrontare. Qualche mese fa eravamo indietro e non era impossibile arrivare in Champions League, ora che siamo davanti non è diventato facile centrare i primi quattro posti. Abbiamo trovato continuità in allenamento e ora sta venendo fuori anche in partita. La squadra è consapevole dei suoi mezzi, è sempre dentro la partita. Questa è la cosa che mi fa più piacere. E se Luis Alberto e Milinkovic-Savic garantiscono queste prestazioni su ambo i lati del campo facciamo un ulteriore salto di qualità
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