di Tiziano Dipanati – È morto oggi, all’età di 81 anni, Gianmarco Calleri, colpito da problemi cardio-polmonari. Nato a Busalla (Genova) nel 1942, è stato calciatore, direttore sportivo e imprenditore. Da giocatore ha indossato le maglie di Novara e Simmenthal Monza in Serie B, e poi anche quella della Lazio, senza però esordire mai in prima squadra.
Insieme a suo fratello Giorgio, acquistò l’Alessandria e nel 1986 la Lazio, salvandola dal fallimento. Nei suoi anni nella Capitale da segnalare una storica salvezza nella serie cadetta nonostante nove punti di penalizzazione. Diversi i nomi importanti arrivati a Roma nei suoi anni di presidenza: tra gli altri, Gascoigne, Riedle e Ruben Sosa. Nel 1992 ci fu la definitiva cessione della società biancoceleste a Sergio Cragnotti.
Controversi, invece, gli anni al Torino: al suo nome è legata la definitiva chiusura del Filadelfia, ma anche la cessione di diversi calciatori importanti, tra cui Vieri. L’avventura di Calleri nella società granata durò dal 1994 al 1997, quando retrocedette in Serie B.
L’ultima sua esperienza da presidente fu poi al Bellinzona, dove rimase dal 1998 al 2001.
Il ricordo della SS Lazio
“Il presidente Claudio Lotito e tutta la Società Sportiva Lazio piangono la scomparsa di Gianmarco Calleri, ex calciatore e Presidente biancoceleste dal 1986 al 1992. Durante la sua prima stagione, condusse i biancocelesti a una leggendaria salvezza, evitando la retrocessione in Serie C nonostante i nove punti di penalizzazione. L’anno successivo riportò il club in Serie A e lo risanò a livello economico, regalandogli una presenza stabile nella massima serie, grazie anche agli acquisti di calciatori rimasti nel cuore dei tifosi biancocelesti come Ruben Sosa, Riedle, Doll e Gascoigne. Prima di vendere la Lazio a Sergio Cragnotti, Calleri acquistò anche i terreni sui quali sarebbe poi nato il Centro sportivo di Formello, casa del club capitolino dal 1997” si legge in un comunicato della società.
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