di Andrea Iustulin – Un calcio sconosciuto, depredato da presunti talent scout ma capace di regalare emozioni per chi ancora non si arrende alla modernità del pallone fatta di lustrini e paillettes. Siamo in Sud Africa e questo è il Soweto Derby fra Kaizer Chiefs e Orlando Pirates.
Si certo, i più attenti potranno controbattere che è un furto d’identità visto che una volta questo era il confronto fra gli Orlando Pirates e i Moroka Swallows ma la storia spesso muta forma rispetto alle origini. Partiamo cercando di capire perché Soweto, o meglio, cosa è Soweto.
Parliamo di un’area urbana di Johannesburg che compone la più grande baraccopoli del Sud Africa e che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della lotta all’apartheid. Il nome Soweto è una contrazione di South Western Townships, ossia baraccopoli sudoccidentale.
La rivalità deriva dal fatto che i Kaizer Chiefs erano formati da un’ex star degli Orlando Pirates, Kaizer Motaung il quale aveva lasciato i Buccaneers per andare a giocare a calcio professionistico nell’ormai defunta North American Soccer League per una squadra chiamata Atlanta Chiefs. Al suo ritorno a casa, trovò molte lotte intestine all’interno della gerarchia dei Pirati.
Decise di formare un Kaizer XI, che inizialmente giocò partite amichevoli con vari club in Sud Africa per poi evolversi nei Kaizer Chiefs.
Gli Orlando Pirates invece erano stati fondati nel 1937come risposta alla segregazione razziale e alla discriminazione, rappresentando una forma di resistenza per la comunità nera del paese.
La squadra deve il suo nome e il suo logo a un film di Hollywood del 1940, “The Sea Hawk”, che narra le avventure di un pirata. I Pirates sono stati tra i fondatori della National Soccer League nel 1985 e hanno avuto un ruolo cruciale nello sviluppo del calcio professionistico in Sudafrica.
La loro storia è segnata da numerosi successi, tra cui la vittoria della CAF Champions League nel 1995, che li ha resi la prima squadra sudafricana a conquistare questo titolo continentale.
Il primo incontro ufficiale tra le due squadre si è tenuto il 24 gennaio 1970 e da allora il derby è diventato uno degli appuntamenti più attesi del calendario calcistico sudafricano. Ogni incontro è caratterizzato da un’atmosfera elettrizzante, con stadi gremiti e un’intensità che si riflette tanto sul campo quanto sugli spalti.
La rivalità tra i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates non è solo una questione di calcio, ma anche di identità culturale e sociale.
I tifosi dei Chiefs e dei Pirates vedono il derby come una battaglia per la supremazia, non solo in termini di sport, ma anche come un modo per affermare il proprio orgoglio e la propria comunità.
Nel corso degli anni, il derby di Soweto ha offerto momenti indimenticabili. Uno dei più celebri è il match del 1996, giocato poco dopo la fine dell’apartheid. Quel derby fu visto come un simbolo di unità e speranza per il futuro del Sudafrica.
Un altro momento iconico è il match del 2010, giocato in un FNB Stadium completamente rinnovato in vista della Coppa del Mondo FIFA 2010.
Oltre all’aspetto culturale e sociale, il derby di Soweto ha un impatto significativo anche dal punto di vista economico. Gli incontri tra Chiefs e Pirates attirano migliaia di spettatori negli stadi, con un conseguente aumento delle entrate derivanti dalla vendita dei biglietti, dei diritti televisivi e delle sponsorizzazioni. Inoltre, il derby stimola l’economia locale, con un aumento del commercio nei giorni precedenti e successivi alla partita. Questo rende il derby non solo un evento sportivo di primo piano, ma anche un motore economico importante per Johannesburg e per tutto il Sudafrica. Sembrerà la solita frase fatta ma davvero il Derby di Soweto è molto più di una semplice partita di calcio.
È un evento che unisce storia, cultura, passione e identità. Rappresenta la resilienza e la speranza di una nazione che ha attraversato momenti difficili ma che continua a trovare nel calcio un motivo di unità e orgoglio.
Ogni incontro tra Kaizer Chiefs e Orlando Pirates è un’occasione per celebrare il passato, vivere il presente e guardare con speranza al futuro.
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