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Serie A: 30^ giornata, le gare di sabato

Tudor all'esordio batte la Juventus, crolla il Napoli contro l'Atalanta

(foto A. Fraioli)

Cinque le gare in programma nel sabato di Pasqua e valide per la 30^ giornata di Serie A. Nel lunch-match del Maradona l’Atalanta travolge il Napoli con un netto 0-3 e impone la prima sconfitta in campionato a Calzona. A Marassi finisce 1-1 tra Genoa e Frosinone, con entrambe le reti arrivate nel primo tempo. Il Torino vince in casa lo scontro con il Monza grazie a un rigore di Sanabria nella ripresa. All’Olimpico, nella prima di Tudor sulla panchina della Lazio, i biancocelesti superano al fotofinish la Juventus. Decide Marusic. Il posticipo del Franchi tra la Fiorentina e il Milan termina con il successo dei rossoneri che consolidano il secondo posto in classifica.

Napoli-Atalanta 0-3 ore 12.30

Nell’anticipo della 30^ giornata il Napoli di Francesco Calzona ospita l’Atalanta di Gianpiero Gasperini. I padroni di casa cercano la una vittoria che manca dal 3 marzo contro la Juventus; i bergamaschi vogliono confermare gli ottimi risultati delle ultime settimane e avvicinare la zona Champions.
Azzurri in campo con il 4-3-3: Meret tra i pali; linea difensiva con Di Lorenzo, Juan Jesus, Ramhani e Mario Rui; a centrocampo Lobotka, Anguissa e Traorè; davanti spazio a Politano, Raspadori e Oshimen.
Gasperini risponde con il classico 3-4-1-2: in porta c’è Carnesecchi; davanti a lui Kolasinac Hien e Scalvini; in mediana Ederson e De Roon si muovono davanti alla difesa a mentre sulle corsie esterne agiscono Zappacosta e Hateboer. In attacco Pasalic a supporto di Scamacca e Miranchuck.

Al 3′ l’Atalanta sfiora già il vantaggio con il destro di Miranchuck da dentro l’area che però colpisce il palo. Sin dai primi minuti si gioca a ritmi sostenuti con le due squadre molto propositive. Dopo un primo quarto d’ora in cui sono gli ospiti a fare la partita, gli azzurri si fanno vedere in avanti. L’occasione è di Victor Osimhen che colpisce di testa da buona posizione, blocca Carnesecchi (16′). L’equilibrio si spezza al 26′: dopo un’azione confusa nell’area del Napoli è Miranchuck a spingere in rete una girata imperfetta di Pasalic su torre di Scamacca. Sotto nel punteggio il Napoli si scuote e prova a rispondere alla mezz’ora ancora con Osimhen calcia da dentro l’area ma trova la respinta provvidenziale di Scalvini. La partita è molto equilibrata e le due squadre si rispondono colpo su colpo. La squadra di Gasperini va vicina al raddoppio al 33′ con Pasalic ma Meret salva tutto in uscita. Nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo la Dea abbassa i ritmi e gestisce il vantaggio, lasciando l’iniziativa al Napoli che aumenta la pressione offensiva ma in precisione precisione e lucidità. Nel primo minuto di recupero i bergamaschi trovano il secondo gol: Scamacca ruba palla a Juan Jesus, scambia con Miranchuck e dal limite incrocia il diagonale che batte Meret.

Inizia la ripresa e il tecnico del Napoli inserendo Zielisnki e Ngonge per Traorè e Raspadori. Già dai primi minuti sembra un Napoli diverso che cerca il possesso del pallone aspettando il varco giusto per colpire la solida difesa bergamasca. Il piano sembra dare i suoi frutti al 54′ ma per due volte è il palo a dire di no: prima sull’esterno sinistro di prima intenzione di Zielinski, poi sulla conclusione di Lobotka deviata da Osimhen.
Dopo un’ora di gioco Gasperini opera una tripla sostituzione: dentro Ruggeri, Koopmeiners e Lookman per Zappacosta, Pasalic e Scamacca. Calczona invece richiama Politano e manda in campo Lindstrom. E’ proprio il danese a rendersi pericoloso al 70′ con una conclusione a botta sicura su sponda di Osimhen murata in maniera decisiva da Scalvini che di lì a breve lascerà il posto a Toloi. Il Napoli attacca a testa bassa e al 74′ rischiano di incassare il tris da Miranchuck su una ripartenza degli ospiti. Calzona tenta il tutto per tutto giocando anche la carta Simeone per Anguissa. La squadra di Gasperini si difende con ordine e cerca di far male in contropiede e solo un grande Meret al 79′ nega la gioia della terza rete a Lookman che si era ben liberato di Ramhani. Gli azzurri cercano in tutti i modi di rientrare in partita e quasi ci riesce all’82’ con Osimhen ma Carnesecchi risponde da campione e respinge in angolo.
Dopo averlo sfiorato in più occasioni, l’Atalanta trova il terzo gol quasi al 90′ con un mancino in diagonale di Koopmeiners.
La rete del centrocampista scrive la parola fine sul match del Maradona: vittoria importante per l’Atalanta che avvicina la zona Champions; confitta pesante per il Napoli che fotografa alla perfezione il campionato azzurro. Con questo successo la squadra di Gasperini sale a quota 50 punti mentre il Napoli resta fermo a 43 punti. (g.s.)

Genoa-Frosinone 1-1 ore 15.00

A Marassi si sfidano il Genoa, che naviga nelle acque tranquille della classifica, e il Frosinone che invece deve tirarsi fuori da una situazione preoccupante. la squadra di Gilardino arriva da un solo punto conquistato nelle ultime 3 gare; quella di Di Francesco, terzultima con 24 punti, non vince dal 3-1 contro il Cagliari del 31 gennaio scorso (solo 2 punti in 8 gare) e cerca ancora il primo successo esterno in questo campionato.

La gara inizia con una supremazia abbastanza netta dei padroni di casa che già nei primi minuti si rendono pericolosi dalle parti di Turati. Al 9′ su un calcio d’angolo battuto da Gudmundsson la deviazione aerea di Vasquez colpisce la traversa; la palla finisce a Sabelli che ancora di testa cerca l’angolo più lontano ma è attento Turati. Il Genoa continua a spingere e al 23′ è ancora Vasquez, stavolta con un gran tiro da fuori, a sfiorare l’incrocio. La gara si sblocca al 27′: percussione di Gudmundsson e contatto in area con Okoli che per l’arbitro Sacchi vale il rigore. Sul dischetto va l’islandese che spiazza Turati e fa 1-0. Dopo il gol del vantaggio del Genoa la gara cambia direzione: il Frosinone reagisce e Soulè prende per mano i suoi e in un paio di occasioni tra il 30′ e il 32′ fa tremare la retroguardia di Gilardino. Il pareggio ospite arriva al 36′: Soulè apre bene sulla destra per Zortea, scarico al centro dell’area per l’accorrente Reinier che di piatto non sbaglia. Prima della chiusura del tempo è Brescianini per gli ospiti a rendersi pericoloso, ma prima al 39′ e poi al 42′ Martinez neutralizza le due conclusioni da posizione favorevole. Si va al riposo su un giusto risultato di parità.

La ripresa non ricalca i primi 45 minuti di gioco e non si registrano episodi particolarmente degni di nota. Gilardino cerca allora di mettere mano alla squadra operando molto presto i cambi a sua disposizione, Di Francesco non cambia evidentemente soddisfatto dell’equilibrio della sua squadra. L’unica emozione della ripresa arriva 92′ quando l’arbitro Sacchi prima concede un rigore al Frosinone per un presunto fallo di mano di Thorsby poi, richiamato al Var, torna sulla decisione.
Finisce in parità con il Genoa che continua il suo campionato 12^ in classifica, mentre il Frosinone rimanda ancora l’appuntamento con la prima vittoria in trasferta del campionato e continua a stazionare al terzultimo posto della classifica in attesa dei risultati delle altre squadre impelagate nella lotta salvezza. (m.s.)

Torino-Monza 1-0 ore 15.00

Vittoria dal sapore d’Europa per il Torino sul Monza. I granata passano di misura sulla squadra di Palladino grazie al rigore di Sanabria nella ripresa. Sorpasso effettuato sui biancorossi e Napoli a un solo punto di distanza.

Poche emozioni e tanta intensità nei primi 45’ all’Olimpico Grande Torino con le due squadre più preoccupate a non concedere spazi piuttosto che a offendere. In un primo tempo povero di occasioni da gol, il Torino fatica di più rispetto al Monzache riesce a creare due buone chance in contropiede. Al 31’ è Đjurić da centro area col mancino al volo a spaventare la retroguardia granata, ma il pallone termina largo di molto; 4 minuti dopo prova a far male Colpani ma il suo sinistro a giro trova la deviazione di un difensore avversario e la palla termina sul fondo. Il risultato resta bloccato sullo 0-0 fino al rientro negli spogliatoi.

Diverso il copione nella ripresa. I granata alzano i giri del motore e schiacciano l’undici di Palladino nella propria metà campo. L’atteggiamento del Toro è più votato all’attacco e porta l’undici di Jurić a creare una grande quantità di palle gol. Le più significative si verificano nel giro di due minuti. Di Gregorio respinge un colpo di testa di Buongiorno da centro area al 52’, nel prosieguo dell’azione Vlasic sfiora la rete col mancino; un minuto dopo è ancora il portiere del Monza a distendersi e parare sul piazzato di Okereke. I lombardi rispondono al 58’ con Djuric che sfiora il vantaggio su cross di Dany Mota. Jurić inserisce Sanabria al minuto 62 per sfruttare il buon momento dei suoi e viene ripagato poco dopo. Al 67’ Pessina aggancia Ricci in area e l’arbitro Aureliano concede il rigore al Toro. Dal dischetto va proprio Sanabria che calcia di destro e centrale spiazzando Di Gregorio spiazzato. Piove sul bagnato per i brianzoli che 5’ dopo restano in dieci per il secondo giallo estratto a Pessina, entrato nuovamente in ritardo su Ricci. Nel finale prova a chiuderla Zapata con una bordata di destro dalla distanza, ma è ancora provvidenziale Di Gregorio. Gli ospiti tentano un disperato assalto ma senza concretizzare le poche occasioni a disposizione. I tre punti vanno al Toro, con l’Europa di nuovo nel mirino. (e.c.)

Lazio-Juventus 1-0 ore 18.00

Allo Stadio Olimpico la Juventus di Max Allegri è ospite della nuova Lazio di Igor Tudor, al suo esordio in panchina dopo le dimissioni di Maurizio Sarri. I biancocelesti vogliono provare a salvare il finale di stagione gettando le basi per il futuro con il nuovo tecnico; i bianconeri cercano di ritrovare la vittoria che in campionato manca da 8 gare (Juventus-Frosinone 3-2).

Rispetto al 4-3-3 del recente passato, Tudor decide di partire con il 3-4-2-1, modulo adottato nelle esperienze di Verona e Marsiglia. Esclusioni a sorpresa per Immobile e Luis Alberto (affaticato), inizia dalla panchina anche Guendouzi tornato giovedì dagli impegni con la Francia. Torna titolare Casale accanto a Romagnoli e Gila. Kamada si accomoda accanto a Cataldi davanti alla difesa con Marusic e Felipe Anderson a presidiare le fasce; dietro alla punta Castellanos, si muovono Zaccagni e la sorpresa Pedro, preferito a Isaksen.

Novità anche per Allegri costretto a fare i conti con diverse assenze (su tutte quelle di Vlahovic, ma anche Alex Sandro, Milik e Kostic). In porta c’è Szczesny con la sorpresa Rugani insieme a Danilo e Bremer (escluso Gatti); torna titolare De Sciglio sulla fascia, con Cambiaso sulla corsia opposta e Miretti, Locatelli e Rabiot a completare il centrocampo. Kean e Chiesa sono gli unici attaccanti disponibili.

Dopo un minuto di silenzio in ricordo del dg della Fiorentina Joe Barone, inizia la gara e al 4′ la prima conclusione è dei biancocelesti, con Kamada che calcia dal limite di potenza, spedendo però il pallone in curva.

La Juve ha l’occasione di portarsi avanti al 10′ ma il colpo di testa di Bremer finisce alto di poco. Al 15’ ghiotta chance per la Lazio con Castellanos che col destro prova a prendere in controtempo Szczesny, ma il tentativo termina al lato. L’attaccante argentino ha un’altra grandissima chance al 20’, servito da un filtrante di Felipe Anderson: conclusione che sbatte sull’esterno della rete, dando anche l’illusione del gol. I bianconeri rischiano al 22′ su un rinvio sbagliato di Szczesny che i padroni di casa non sfruttano a dovere. Il numero uno della Juve al 24′ è protagonista di un’uscita rischiosa in area su Pedro. La Lazio reclama il rigore ma si prosegue. Due minuti più tardi il portiere polacco si tuffa e neutralizza una conclusione al volo di Felipe Anderson. L’occasione più limpida dei bianconeri arriva sul finale di tempo (41′) con Federico Chiesa che indirizza la palla all’angolino trovando la grande risposta di Mandas; ci riprova al 43′ ma il portiere della Lazio blocca senza particolari affanni mandando le due squadre al riposo sullo 0-0.

La ripresa si pare con Allegri che manda in campo McKennie e Iling Junior in campo per Miretti e De Sciglio. E il primo squillo al 52′ è della Juventus: Mandas si oppone in maniera provvidenziale alla conclusione ravvicinata di Cambiaso.
Primi cambi anche per Tudor al 58’: fuori Castellanos e Pedro, dentro Immobile e Isaksen.
Il match non regala grandi emozioni ma al 72′ Immobile è bravo a pescare Marusic in area di rigore ma la conclusione a botta sicura del difensore è deviata in angolo dal polpaccio di Bremer che poco prima aveva trattenuto per la maglia Zaccagni. L’episodio molto dubbio sfugge all’arbitro Colombo, tace anche il Var. La Juve ci prova a folate e in contropiede senza riuscire però a creare veri pericoli. All’86’ a provarci da fuori è Matias Vecino subentrato poco prima a Cataldi, ma il suo destro non inquadra lo specchio. Lazio vicinissima al vantaggio all’88’, questa volta la conclusione dal limite è di Luis Alberto, in campo dal 84′ al posto di Zaccagni, e finisce sul fondo deviata da Bremer. La partita sembra destinata allo 0-0 quando i biancocelesti, all’ultima sortita offensiva trovano il guizzo finale. Il subentrato Guendouzi, crossa in area con il destro sul secondo palo, premiando l’inserimento di Adam Marusic. La marcatura del bianconero Sekulov è troppo leggera e il montenegrino riesce a colpire di testa indisturbato, punendo la Juventus nell’ultimo dei 3 minuti di recupero.

Vittoria importante per la Lazio che sale in settima posizione a quota 46 punti scavalcando il Napoli. Sempre più nero il momento della Juventus che ora dovrà guardarsi ancora di più da Atalanta, Roma e Bologna nella lotta Champions.

Una prova, quella dei biancocelesti, sicuramente in miglioramento rispetto al passato relativamente ad alcuni dati: 16 i tiri totali (nelle ultime uscite, la Lazio poche volte aveva avuto un dato simile nel corso della stagione) ed un possesso palla oltre il 65%. Una precisione di passaggi dell’88%, una percentuale importante considerando che il sistema di gioco di Tudor, che prevede il pressing uomo su uomo, richiede un dispendio fisico elevato, a discapito spesso della precisione nelle scelte. Per la Juventus invece una prestazione in linea con le ultime uscite, con una precisione dei passaggi inferiore all’80% ed un numero totali di tiri sotto i 10.
Dati che Allegri dovrà sicuramente analizzare, tenendo conto ovviamente delle assenze, in vista della doppia sfida di Coppa Italia proprio contro i biancocelesti.

Fiorentina-Milan 1-2 ore 20.45

Il posticipo del Franchi tra la Fiorentina e il Milan si apre nel ricordo di Joe Barone scomparso il 19 marzo scorso.
Nel 4-2-3-1 di Italiano in difesa sulla corsia di destra torna titolare Dodo dopo l’infortunio che lo ha tenuto fermo sei mesi, con lui Milenkovic, Martinez e Biraghi a completare la linea; in mediana ci sono Mandragora e Duncan preferito a Maxi Lopez; Ikone-Beltran-Kouame agiscono alle spalle di Belotti. con al suo fianco Milenkovic, Martinez e Biraghi.
Stesso modulo per Pioli: squalificato Theo Hernandez, gioca Florenzi con Tomori,Thiaw e Calabria davanti a Maignan; Rejijnders e Bannacer davanti alla difesa;, Loftus-Cheek e Rafael Leao supportano Giroud.

L’avvio di partita è tutto rossonero con i ragazzi di Pioli che prendono subito le redini del gioco costringendo i viola ad agire di rimessa.  Il primo squillo arriva al 16’ ed è del Milan: Loftus-Cheek apre per Rafa Leao, cross per Chukwueze che devia di testa da posizione favorevole, ma trova pronto Terracciano alla deviazione d’istinto. Dal corner conseguente è Tomori a schiacciare di testa, il portiere viola respinge su Leao e Beotti evita la beffa spazzando sulla linea. La prima chance per la Fiorentina arriva al 26’ma Maignan chiude lo specchio a Belotti servito da Ikone. Alla mezz’ora il Milan si fa pericoloso in due occasioni: prima con il piattone sottomisura di Leao poi con una conclusione a botta sicura di Reijnders. A pochi minuti dalla fine del primo tempo ci riprova Leao con un destro in diagonale ma Terracciano non si fa sorprendere e tiene la gara sullo 0-0.

Nei primi 5 minuti del secondo tempo succede di tutto: prima il Milan trova il gol del vantaggio con Loftus-Cheek servito di tacco da Rafael Leao (47’) poi si fa raggiungere 3 minuti dopo da un sinistro dai 20 metri di Duncan ben imbeccato da Beltran.  Il pari non abbatte i rossoneri che al 53’ si riportano davanti con il solito Leao che con una accelerata delle sue lascia Milenkovic sul posto, supera Terracciano e deposita a porta vuota. Il Milan non rallenta e al 61’ sfiora il terzo gol con una botta di Florenzi dal limite su cui vola Terracciano. La squadra di casa prova a farsi viva al 64’ quando Belotti servito da Duncan riesce a concludere in caduta trovando pronto Maignan; poi ancora al 72’ quando su una clamorosa dormita rossonera su un fallo laterale Mandragora tenta di sorprendere senza fortuna Maignan con un tocco morbido. I milanesi vanno in gol 4 minuti dopo con Pulisic scattato in campo aperto ma si alza la bandierina del guardalinee che segnala fuorigioco. Succede poco o nulla di rilevante nell’ultimo quarto d’ora e la gara termina 2-1 per il Milan, risultato che avrebbe potuto essere sicuramente più rotondo. E’ infatti il portiere Terracciano il migliore in campo per la Fiorentina. (s.p.)

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