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Accadde oggi – 25 marzo 1928: l’EIAR trasmette la prima radiocronaca

Il racconto di Italia-Ungheria viene affidato a Sabelli Fioretti

Quando esattamente il calcio entrò per la prima volta nelle case degli italiani? Per molti l’avvenimento è fissato al 15 maggio del 1932, la domenica in cui Nicolò Carosio raccontò in diretta radiofonica il derby piemontese tra Juventus e Torino.

In realtà la storia narra di un precedente che risale a circa quattro anni prima.
Il 25 marzo del 1928 a Roma si gioca la sfida tra la Nazionale italiana allenata da Augusto Rangone e l’Ungheria valida per la prima Coppa Internazionale, competizione calcistica dell’Europa centrale, disputata tra il 1927 e il 1930, a cui partecipavano anche Austria, Svizzera e Cecoslovacchia.
La sfida è ospitata dalla Capitale per consentire l’inaugurazione in pompa magna del ristrutturato Stadio del Partito Nazionale Fascista, impianto che successivamente prenderà il nome di stadio Flaminio.

Nonostante la pioggia, l’evento richiama allo stadio oltre 32.000 spettatori e una folta rappresentanza di autorità politiche e sportive. Il regime, che aveva intuito sin da subito le potenzialità della radio e del calcio come strumenti di propaganda, decide di sperimentare il connubio anche in previsione dei Giochi olimpici che si sarebbero svolti in estate ad Amsterdam.

L’occasione diventa così la cornice perfetta per la prima radiocronaca ufficiale di una partita di calcio in Italia. Per un compenso di 100 lire, l’onere viene affidato a un giovanissimo Giuseppe Sabelli Fioretti, ai tempi capo della redazione romana della Gazzetta dello Sport (poi direttore responsabile al Corriere dello Sport e capo ufficio stampa alle Olimpiadi romane del ’60).
Il ventunenne, che fino a quel momento si era occupato di sci, atletica e ciclismo e mai di pallone, era stato ingaggiato dall’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) nata solo 4 anni prima, per raccontare le gesta della Nazionale ai 40mila italiani che potevano permettersi il costo dell’abbonamento alla radio: 75 lire.

“Mi sistemarono sul gradino più alto della tribuna coperta dello stadio in una specie di cabina e con un microfono appeso a un trespolo”, racconterà anni dopo. 

Di gol ne urlerà ben 7: il doppio vantaggio ungherese nel primo tempo di Kohut e Hirzer, la doppietta di Conti e la rete di Rossetti per il sorpasso italiano, quella del nuovo pareggio avversario di Takacs II e quella della vittoria azzurra definitiva firmata dall’oriundo del Torino Julio Libonatti.

L’iniziativa fu un successo, come riportò giorni dopo il Radiorario, organo ufficiale dell’EIAR, che pubblicò alcune lettere entusiastiche dei radioascoltatori abbonati fortunati testimoni della svolta epocale. In una di queste si legge: “Insieme ad un numeroso stuolo di amici di circa ottanta persone, abbiamo ascoltato con entusiasmo e palpitazione lo svolgimento della gara alla quale ci sembrava di assistere per la perfetta e precisa audizione”.

L’articolo spiegava anche come l’Eiar si era adoperata per rendere possibile l’avvenimento:

Domenica 25 si è svolto l’incontro internazionale di calcio tra l’Italia e l’Ungheria (…). L’Eiar conscia dell’importanza dell’avvenimento, della propaganda di italianità e di sport, che se ne poteva trarre, ed anche per valorizzare ancora di più lo sforzo che la Direzione del Partito Fascista ha fatto per ripristinare il maggior tempio dello sport romano, ha creduto suo dovere organizzare un apposito servizio di trasmissione dallo stadio (…). L’Eiar ha costruito una linea telefonica di oltre chilometri due per allacciare lo stadio con il suo studio servendosi per un tratto di linea della Società telefonica Tirrena, gentilmente concesse, e per il rimanente di linee aeree di sua proprietà espressamente costruite.
Il microfono con i suoi amplificatori è stato collocato nel punto più alto delle tribune al centro del campo in modo che l’annunciatore potesse usufruire della massima visibilità. L’annunciatore signor Giuseppe Sabelli Fioretti della Gazzetta dello Sport ha più che egregiamente assolto il suo compito. In Italia e fuori chi ha ascoltato la trasmissione ha seguito minuto per minuto, secondo per secondo, le vicende dell’appassionante contesa”

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