Francesco Acerbi e Juan Jesus sono stati ascoltati oggi dal procuratore federale Giuseppe Chinè che, dopo le accuse di razzismo del difensore brasiliano, sta cercando di ricostruire cosa sia realmente accaduto tra i due nel corso di Inter-Napoli.
In videoconference da Appiano Gentile, alla presenza dell’ad Beppe Marotta e dell’avvocato Angelo Capellini, l’interista ha confermato la tesi del malinteso (Acerbi ha raccontato di aver detto “ti faccio nero”) negando ancora una volta l’insulto razzista. Poi è toccato a Juan Jesus collegato da Napoli, che si è detto certo di aver udito la frase denunciata (“vai via nero, sei solo un negro”) e ha chiesto il massimo riserbo su quanto riferito alla procura federale.
Acquisite entrambe le versioni, Chinè può chiudere l’indagine e trasmettere gli atti al giudice sportivo che dovrà decidere se Francesco Acerbi dovrà essere punito e come. In caso di colpevolezza il difensore nerazzurro rischia uno stop di almeno 10 giornate secondo quanto previsto dall’art. 28 del Codice di giustizia sportiva in materia di comportamenti discriminatori dei tesserati.
Cosa dice l’art. 28 del cgs
“Costituisce comportamento discriminatorio ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporta offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale ovvero configura propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori.
Il calciatore che commette una violazione di cui al comma 1 è punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato e con la sanzione prevista dall’art. 9, comma 1, lettera g) nonché, per il settore professionistico, con l’ammenda da euro 10.000 ad euro 20.000″.
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