di Silio Rossi – La ricerca costante di “energia positiva” ha accompagnato Nils Liedholm per tutta la vita. La tranquillità interiore, quel benessere spirituale che un po’ tutti rincorriamo, hanno sempre rappresentato la sua forza, il suo credo. Da giocatore e, ovviamente, da allenatore. E da sempre il “barone” ha sperato di trovarne e di scoprirne nei calciatori che ha avuto a disposizione, apprezzando chi si impegnava per dargli ragione o, nella peggiore delle ipotesi, mettendo da parte chi si si rifiutava di ascoltarlo su questo tema.
Forte di questa sua convinzione, in una delle sue esperienze con la Roma, credo che fosse una delle prime con Gaetano Anzalone presidente, Nils ordinò a Franco Peccenini e a Francesco Rocca di raggiungerlo, per una sorta di pre-ritiro, a Cuccaro Monferrato, in Piemonte, nell’immensa tenuta ereditata da sua moglie, la contessa Nina Gabotto di San Giovanni.
Il tecnico chiamò Peccenini: “Pecci sarebbe il caso che tu e Francesco veniate qualche giorno a casa mia a Cuccaro, in campagna, in mezzo alle viti per respirare un po’ di energia positiva”.
I due ragazzi presero il treno e, attesi dal Barone, scesero alla stazione concordata. Da lì trasferimento al “Villa Bohemia”, il cuore dell’abitazione di famiglia e degli uffici da cui partivano e arrivavano le prenotazioni dei vini che allora, grazie anche al buon nome di Liedholm, venivano serviti in molti ristoranti italiani e svedesi.
I due giallorossi respirarono realmente un’ altra aria, godendo di quel benessere con lunghe passeggiate, abbracciando i pioppi che trovavano lungo la strada, perché “davano energia“, sostando vicino al laghetto, fiore all’occhiello della tenuta. “Vedete quante carpe ci sono?”, diceva Liedholm puntando il dito verso l’acqua. E siccome di pesci non c’era traccia, Rocca sorridendo azzardò una battuta: “Mister, ma quali carpe, dentro l’acqua ce so’ solo scarpe“.
I due ragazzi salutavano la novità e si divertivano, respirando a pieni polmoni. Un giorno furono invitati dal loro allenatore a salire in macchina, una Innocenti che aveva la carrozzeria bassa, per un viaggio a Milano, nello studio di Mario Maggi. Sì, proprio il “mago di Buscate” a cui Liedholm era molto legato e affezionato perché, raccontava, l’aveva guarito da una brutta e noiosa pleurite, grazie alle sedute di pranoterapia. Ovviamente il mago non faceva mancare qualche consiglio anche su temi di calcio. Sulla strada del ritorno da Milano i tre furono colpiti da un temporale mai visto. Strade allagate, foglie e sterpi degli alberi in caduta libera a terra e sui cristalli dell’automobile e acqua dentro l’abitacolo.
“Solo allora realizzammo che doveva esserci qualche buco sotto i sedili, una falla all’interno dell’auto“, raccontò Peccenini. Liedholm guidava tranquillo, l’Innocenti arrancava e ogni tanto minacciava di fermarsi. Il tecnico, non nuovo a queste esperienze, non si preoccupò, sdrammatizzando, anzi, alla sua maniera: “Vedete? Siamo pieni di troppa energia positiva“.
“No, mister – risposero i due calciatori sorridendo – ma quale energia?? Qui semo pieni de tanta acqua che ce stà a fracica li piedi”.
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