Con una decisione a sorpresa, Zvonimir Boban si dimette dal board dell’Uefa a causa di divergenze insanabili con il presidente Aleksander Ceferin che nel 2021 lo aveva voluto al suo fianco come consigliere personale.
Motivo della rottura la modifica allo Statuto che il numero uno della Federcalcio europea intende portare al prossimo Congresso, in programma l’8 febbraio a Parigi, per spianare la strada a una sua ricandidatura alle elezioni del 2027. Il dirigente sloveno, è stato votato alla guida dell’Uefa nel 2016, quindi confermato nel 2019 e nell’aprile del 2023. Un nuovo incarico al momento è reso impossibile dal limite di 3 mandati (12 anni), introdotto nello Statuto proprio dall’attuale presidente per combattere la corruzione.
L’emendamento di Ceferin non mira a cancellare il tetto dei 3 mandati ma a escludere dal conteggio i mandati antecedenti l’introduzione dell’articolo deliberato il 1 luglio 2017. La modifica dovrà essere approvata da 2/3 dei voti: 36 preferenze su 55 federazioni votanti.
Dopo una notte di litigi, Boban si è chiamato fuori inchiodando l’Uefa e il suo presidente alla questione etica e morale. Una nuova mazzata alla credibilità dell’associazione in un momento reso già estremamente delicato dal pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul ricorso della Superlega che ha riconosciuto l’abuso di potere da parte di Fifa e Uefa nell’organizzazione delle competizioni internazionali.
La nota dell’Uefa
Un comunicato sul sito dell’Uefa ufficializza l’addio di Zvone Boban:
“La UEFA desidera annunciare l’uscita di Zvonimir Boban dall’organizzazione di comune accordo. Boban è entrato a far parte dell’organizzazione nel 2021 come capo del calcio e ha avviato diversi progetti significativi nello sviluppo tecnico, tra cui la creazione dell’UEFA Football Board e dello Youth Football Forum.
La UEFA esprime la sua gratitudine al signor Boban per il suo servizio dedicato e gli augura buona fortuna per i suoi impegni futuri di carriera”.
La lettera di Boban
L’ormai ex Chief of Football dell’Uefa ha spiegato in una lettera dettagliata i motivi della sua decisione:
“Ho parlato e discusso con il presidente dell’UEFA riguardo ad un problema nato durante l’ultimo meeting dell’Esecutivo ad Amburgo. Si tratta di una proposta al Congresso di febbraio prossimo, per modificare lo statuto dell’UEFA e consentire allo stesso Presidente di potersi candidare nuovamente dopo questo mandato che doveva essere il suo ultimo. Dopo aver manifestato la mia più grande preoccupazione e il mio totale dissenso, il Presidente mi ha risposto che per lui non c’è nessun problema legale né tantomeno etico morale – e che avrebbe perseguito senza alcun dubbio la propria aspirazione. Paradossalmente nel 2017 è stato proprio Ceferin a proporre e avviare un pacchetto di riforme che negavano chiaramente tale possibilità: regole che dovevano proteggere l’Uefa e il calcio europeo dalla “bad governance” che è stata per anni il “modus operandi “di tutto il vecchio sistema. È stata una cosa straordinaria per il calcio e anche per Ceferin stesso. Questo distacco da quei valori cancellando le riforme più importanti e sorprendente ed è incomprensibile, soprattutto in questo momento. Capisco bene che nulla è ideale, tantomeno Io, e so bene che bisogna accettare la logica del compromesso, ma di fronte a questo fatto, se lo accettassi, andrei contro i principi e i valori comuni in cui credo fermamente. E non faccio il fenomeno, perché di certo non sono l’unico a pensarla così. In questi tre anni il rapporto e la collaborazione con Aleksander e con tutti i colleghi in Uefa è stata ottima. Li ringrazio per questo augurando loro tutto il bene possibile. Dispiace tanto ma, a malincuore, lascio Uefa”.
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