di Roberto Vena – Rombo di Tuono non ce l’ha fatta. Il cuore di Gigi Riva si è fermato questa sera poco dopo le 19 per i postumi dell’infarto che ha colpito ieri il grande campione, protagonista dello storico scudetto del Cagliari nel 1970, e che lo ha costretto al ricovero all’ospedale Brotzu di Cagliari. Aveva 79 anni, compiuti il 7 novembre scorso.
Le sue condizioni, sono sembrate subito piuttosto delicate ai medici che lo hanno accolto nel reparto di cardiologia, benché l’infarto che aveva colpito Riva non era stato di particolare gravità. Eseguiti una serie di controlli diagnostici, i sanitari avevano programmato un intervento chirurgico non particolarmente complicato per risolvere il problema di salute. Oggi tutto sembrava andare per il verso giusto, i familiari erano apparsi cautamente ottimisti e nel loro bollettino i sanitari parlavano di “paziente sereno” e di “condizioni generali stabili”. Invece, le condizioni di Gigi Riva si sono improvvisamente aggravate e nel tardo pomeriggio l’infaticabile cuore di quello che è stato considerato il più grande attaccante della storia del calcio italiano si è dovuto arrendere.
Luigi Riva, Gigi, anzi Gigirriva per tutti i sardi che lo hanno adottato e amato sin dal suo sbarco nell’Isola (amore che lui ha ricambiato tanto da non lasciare mai più la Sardegna), ha giocato dal 1963 al 1977 ininterrottamente al Cagliari, dopo aver calcato i campi di C col Legnano. Con i rossoblù ha segnato 164 gol in 315 partite, trascinando con la sua classe e la sua potenza allo scudetto il Cagliari che nelle sue file annoverava tra gli altri anche Albertosi, Niccolai, Cera, Tomassini, Greatti, Domenghini, Nenè e Gori. Riva è ancora il capocannoniere della Nazionale con 35 reti in 42 partite. In Azzurro ha vinto l’Europeo del 1968 ed è stato vicecampione del Mondo nel 1970 dopo la sconfitta in finale contro il Brasile di Pelè. E’ stato poi Team manager della Nazionale, togliendosi la soddisfazione di vincere il mondiale a bordo campo nel 2006 in Germania.
Innumerevoli i messaggi di cordoglio e di saluto al fuoriclasse dal mondo del calcio e da tutti quelli che lo hanno conosciuto o tifato con passione sin da bambini. “Ci ha lasciati un vero e proprio monumento nazionale”, ha dichiarato il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina esprimendo così il lutto dell’Italia del pallone.
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