di Sandro Di Loreto – “Ah Gì, quanno se comincia?”, “Se comincia subito! Tutto confermato. I colori saranno bianco e celeste, il simbolo sarà l’aquila e se chiameremo Lazio!”
Chissà, forse tutto cominciò così, ormai 124 anni fa, nel cuore di Roma, nel ritrovo del barcone del “Pippa Nera” sotto Ponte Regina Margherita, dopo tanti incontri sulla panchina di Piazza della Libertà, dove tutto è nato.
Questi ragazzi avevano le idee chiare, volevano competere, volevano confrontarsi sotto un’unica bandiera con le altre realtà sportive del paese. Con l’entusiasmo di chi ha il dono della gioventù nel cuore, nella mente e nelle gambe, immaginavano sfide, immaginavano vittorie.
Forse non immaginavano di aver cominciato a scrivere una storia di oltre cento anni, di aver creato qualcosa di tanto potente e incantato da costruire una realtà capace di sconfiggere il tempo, di sopravvivere a due guerre mondiali, ai cambiamenti della moda, della cultura, alle grandi trasformazioni di un mondo in continuo fermento.
Dall’idea di quei nove ragazzi è nata una comunità di persone che si riconosce nei suoi valori, nei suoi colori, nei suoi simboli e che tramanda tutto questo di padre e madre in figlio/a.
Ci siamo innamorati della Lazio nei racconti dei nostri nonni, dei nostri genitori e oggi raccontiamo queste storie ai nostri figli, con orgoglio, con nostalgia, con amore.
In questi 124 anni, trascorsi veloci come un soffio, abbiamo vissuto tutte le emozioni possibili, ci siamo a volte persi e sempre reincontrati, abbiamo pianto di gioia e di dolore e lo abbiamo fatto sempre insieme, con orgoglio, a testa alta, indomabili.
Scriveremo altre storie, vivremo altre emozioni, cambieranno i tempi, cambieranno i volti. Non cambierà la passione che ci unisce, che ci rende forti, che ci fa cantare, che riscalda una parte della nostra vita e che ci portiamo dentro dovunque siamo.
Per questo da romano e laziale, oggi e per sempre non posso che dire a quei nove ragazzi “Grazie regà!
Leave a comment