Il calcio brasiliano e mondiale piange la scomparsa di Mario Zagallo, leggenda verdeoro, che si è spento oggi a Rio de Janeiro all’età di 92 anni.
La notizia è stata data dal suo account Instagram ufficiale: “È con grande tristezza che vi informiamo della morte del nostro eterno quattro volte campione del mondo Mario Jorge Lobo Zagallo. Padre devoto, nonno affettuoso, suocero premuroso, amico fedele, professionista di successo e grande essere umano. Un gigantesco idolo. Un patriota che ci lascia un’eredità di grandi successi. Ringraziamo Dio per il tempo che abbiamo potuto trascorrere con te e chiediamo al Padre di trovare conforto nei bei ricordi e nel grande esempio che ci lasci”.
La Federcalcio brasiliana ha proclamato un lutto di sette giorni nel Paese. Sarà aperta la camera ardente domani dalle 9.30 del mattino presso la sede CBF (Confederação Brasileira de Futebol); Zagallo sarà sepolto alle 16.00 nel cimitero Sao Joao Batista.
La carriera
Zagallo era un’ala destra veloce e di struttura esile e per questo motivo era soprannominato formiguinha, “formichina”. Gioco’ con soli die club: il Flamengo (dal 1950 al 1958) e poi al Botafogo squadra con la quale chiuderà la carriera da calciatore nel 1965 a 34 anni quando seppe di essere stato escluso dalla lista dei convocati per il Mondiale inglese del ‘66.
Nel 1966, Zagallo inizia la carriera da allenatore dalle giovanili del Botafogo con cui vince due titoli nazionali che lo portarono nel 1970 sulla panchina della Selecao di Pelé, Tostão, Jairzinho, Gérson, Rivellino, Carlos Alberto con i quali vinse il Campionato del Mondo in Messico, 4-1 in finale contro l’Italia di Valcareggi, e anche la Coppa Rimet. La carriera da ct del Brasile veniva portata avanti parallelamente a quella di allenatore di club: Botafogo, Fluminense; Flamengo, Vasco da Gama, Portuguesa con improvvisi litigi e clamorosi ritorni.
Il “professore” ha vinto da giocatore due titoli mondiali, nel 1958 in Svezia e nel 1962 in Cile; e altrettanti ne ha conquistati da allenatore e dirigente della Selecao. Nel 1970 in Messico e nel 1994 a Pasadena, contro l’Italia di Sacchi, anche se nella spedizione americana Zagallo era coordinatore tecnico (il ct era Parreira). Era in panchina anche nel 1974 quando il Brasile cadde in semifinale contro i Paesi Bassi e nel 1998 nella finale persa contro la Francia per 3-0.
Nel dicembre 1975 accetta di guidare la nazionale del Kuwait, incarico che lascia due anni più tardi, poi il club arabo dell’Al Nassr (1981) e la nazionale dell’Arabia Saudita.
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