di Francesca Turco – Colorate, dissacranti, irriverenti, più spesso autentiche opere d’arte che impreziosiscono l’evento calcistico. Parliamo delle “coreografie”, rappresentazioni nate in modo estemporaneo e poi evolute fino a diventare una vera forma di arte popolare.
Ma quale è stata la prima “coreografia” apparsa in una partita del calcio italiano?
Il teatro è lo stadio del Partito Nazionale Fascista, antenato dell’odierno Flaminio. All’esterno del Nazionale fu anche girata una delle più celebri scene di “Ladri di biciclette” film capolavoro di Vittorio De Sica.
Lo Stadio Nazionale era il principale impianto sportivo in Italia, poteva contenere circa 50.000 persone e avrebbe ospitato molte gare della Coppa del Mondo del 1934, tra cui la finale Italia-Cecoslovacchia vinta dagli azzurri per 2-1 ai supplementari.
Era anche la casa di Lazio e Roma che lo utilizzarono fino al 1953, anno in cui le due squadre traslocarono allo Stadio dei Centomila, oggi Stadio Olimpico.
È il 23 ottobre del 1932 e in quello stadio si gioca proprio il derby romano. Saranno un gruppo di tifosi laziali a mettere in mostra sugli spalti un’enorme tela, composta da tessuti bianchi e celesti, con la grande scritta “Forza Lazio”.
Quella entrerà nella storia come la prima coreografia del calcio italiano. Per la cronaca, la partita finì 2-1 e la sconfitta della Roma portò all’esonero del tecnico austriaco Jason Baar, il più giovane allenatore che si sia mai seduto sulla panchina giallorossa.
L’intuizione, che sarebbe più corretto chiamare “scenografia”, però fu però molto apprezzata e diede il via a un fenomeno che nel tempo sarebbe diventato elemento irrinunciabile della cultura calcistica italiana e parte integrante dello spettacolo del football mondiale.
Arte e tifo: due mondi solo apparentemente distanti che si fondono e si mescolano fino a diventare l’uno di ispirazione all’altro. Le “coreografie” rappresentano oggi l’espressione più alta e creativa del tifo, una trasposizione artistica di emozioni e sentimenti che crea un legame più profondo tra tifosi e squadra e che fa di uno stadio un palcoscenico indimenticabile.
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