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Accadde oggi – 22 ottobre 1967: Carlo Sassi inaugura la moviola

Per la prima volta usata nel calcio durante la Domenica Sportiva

di Marco Schiacca – È il 22 ottobre del 1967, quando Carlo Sassi e il suo montatore Heron Vitaletti, nella sede Rai di Milano, intenti nella preparazione della puntata della “Domenica Sportiva”, si imbattono in un episodio più che controverso che andrà affrontato e discusso davanti a milioni di spettatori: il gol del pareggio di Rivera nel derby con l’Inter era da convalidare o no?
Inter e Milan in quel campionato sono due tra le squadre maggiormente accreditate per il successo finale anche se alla fine di quella 5^ giornata di campionato è la Roma a guidare la classifica. Victor Benitez porta in vantaggio i neroazzurri padroni di casa al 57′, gli risponde al 78′ Gianni Rivera che tutto defilato sulla destra imprime alla palla una traiettoria al limite dell’impossibile che sbatte sotto la traversa e varca la linea bianca della porta difesa da Sarti. L’arbitro D’Agostino consulta il suo guardalinee e convalida la rete tra le proteste degli interisti. Quel derby tra le squadre di Helenio Herrera e Nereo Rocco finisce li, non finiranno invece le polemiche.

La prima volta della moviola

Nel montaggio del servizio da mandare in onda nella trasmissione serale, Sassi e Vitaletti vogliono approfondire quella decisione per togliere ogni dubbio alla loro numerosa platea televisiva. Passano quel servizio sotto la lente di ingrandimento di una macchina infernale inventata anni prima per scopi cinematografici: la moviola. Quello che si evince nel rimandare avanti e indietro quei fotogrammi è palese: la palla calciata dal “golden boy” , dopo aver colpito la faccia bassa della traversa e sbattuto sulla riga bianca alzando una nuvola di gesso, finisce in rete, ma il gol non era da convalidare. Quello passerà alla storia come il primo abbaglio arbitrale certificato da questa apparecchiatura.

In realtà c’era stato un episodio analogo qualche mese prima al quale però non era stato dato lo stesso risalto benché analizzato con lo stesso mezzo. È il 22 gennaio del 1967 e in un Lazio-Juventus finito 0-0, i bianconeri protestano per una rete negata a De Paoli in una azione che vede la palla deviata dal portiere biancoceleste Cei toccare la rete nel punto di attaccatura alla traversa. Quella palla torna in campo e il portiere laziale è svelto nel farla sua e nel rimetterla in gioco velocemente. L’arbitro de Marchi non chiede aiuto al suo guardalinee e non ascolta le proteste juventine. 

L’invenzione della moviola

Ma quando è stata inventata la moviola? La paternità dell’invenzione di questa apparecchiatura non è molto chiara, alcune fonti l’attribuiscono all’ingegnere italiano Attilio Prevost, fondatore della prima moviola orizzontale nel primo decennio del novecento insieme alla moglie Elena Lanzoni Prevost. Il primo esemplare è ancora esposto presso il Museo nazionale del cinema di Torino. Altre fonti l’invenzione l’attribuiscono all’ingegnere olandese Iwan Serrurier che la costruì negli Stati Uniti nel 1917, altre ancora all’ingegner Giuseppe Della Santa, noto per le sue invenzioni nel campo del cinema che sviluppò questo dispositivo chiamato “moviola” negli anni ’20. 

Questa apparecchiatura fu utilizzata per la prima volta in una trasmissione calcistica durante la Coppa del Mondo del 1966 in Inghilterra. Questo evento segnò un momento decisivo nella storia dell’utilizzo della moviola nel calcio e nelle trasmissioni di stampo sportivo. La BBC (British Broadcasting Corporation), emittente ufficiale del torneo, fu la prima a introdurre la moviola nelle trasmissioni televisive di calcio. È rimasto negli occhi di molti il fotogramma fissato da questo apparecchio che mostrava il gol-non gol dell’inglese Geoff Hurst nella finale contro la Germania poi vinta dagli inglesi.

Il primo arbitro ad ammettere un errore

Altra data da ricordare in merito a questo argomento è quella del 20 febbraio 1972, quando per la prima volta nella storia del calcio italiano, un arbitro fu messo davanti all’evidenza di una decisione sbagliata. Toccò a Concetto Lo Bello, di fronte alle immagini di un calcio di rigore da lui non assegnato al Milan per un fallo di Morini su Bigon in una gara contro la Juventus, ammise pubblicamente il proprio errore.

Il passaggio alla VAR

Con il passar del tempo la moviola è addirittura diventata il fulcro di alcune trasmissioni sportive al punto tale che diverse correnti di pensiero l’avrebbero voluta usare anche per determinare delle decisioni durante lo svolgimento delle partite, cosa avvenuta poi nel 2016 per decisione dell’International Football Association Board con l’uso chiaramente di tecnologie più moderne. La prima gara giocata con l’ausilio della VAR (Video Assistant Referee) fu New York Red Bulls II-Orlando City nell’agosto del 2016 valevole per la USL Pro e dopo la sperimentazione in varie manifestazioni calcistiche tale tecnologia ha trovato la sua applicazione anche nel campionato Italiano nella stagione 2017-18. La prima gara di Serie A segnata da una decisione presa dalla VAR Juventus-Cagliari 3-0. Al 37′ minuto di quella gara della 1^ giornata di quel campionato, è l’arbitro Fabio Maresca ad assegnare il primo rigore nella storia del campionato italiano deciso con l’ausilio della VAR, rigore tirato da Diego Farias e parato da Buffon.

La moviola nella cultura popolare

Sono passati 56 anni da quell’episodio immortalato dal duo Sassi-Vitaletti, episodio che fece storia e ispirò un disco di Enzo Jannacci. Il testo della sua canzone recitava:

“Mentre ritorna fresco e stanco da un nudo weekend
guida disperato e pensa alla TV
ha già negli occhi i calci di rigore
si ma al casello non arriva mai
Lui vede il goal lo stesso lungo quella linea bianca
ed è convinto di essere manca
lui vede il goal lo stesso lungo quella linea bianca
ed è convinto che domani in banca se ne parlerà”

La moviola, per chi segue il calcio, è la “chiusura” della giornata calcistica ma spesso non delle polemiche. Grazie alla moviola, di episodi simili a quel gol di Rivera nella storia del nostro calcio ne sono stati evidenziati molti, e molti altri ce ne saranno, se ne è parlato, si continua a parlarne, se ne parlerà, e non solo in banca…

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