di Simone Palma – È una domenica di settembre del 1986 e il Milan, ora sotto la nuova proprietà di Silvio Berlusconi, si trova a esordire in campionato a San Siro contro la neopromossa Ascoli. Come d’abitudine, nella sessione estiva di mercato, il Cavaliere non aveva badato a spese e in rossonero erano arrivati Donadoni, Galli, Bonetti, Galderisi e Massaro. Questi innesti avevano fatto del Milan una tra le favorite per la vittoria del campionato.
Il mese di settembre però parte subito male. La corazzata milanista cade in casa in Coppa Italia, battuta dal Parma guidato dal maestro di Fusignano Arrigo Sacchi e da una rete in avvio di Davide Fontolan.
Il tecnico Nils Liedholm, tornato in rossonero, predica calma e concentrazione e difende la scelta del gioco “a zona” che aveva portato alla conquista del decimo scudetto nel 1979, prima che il Barone lasciasse Milano in direzione Roma.
Domenica 14 settembre la squadra di casa ha subito l’occasione per rialzarsi: al Meazza si gioca la prima partita di campionato e sono presenti circa 66.000 spettatori. L’avversario è di quelli “comodi” per centrare un pronto riscatto. È l’Ascoli, appena tornato in Serie A guidato da Aldo Sensibile.
Liedholm schiera l’artiglieria pesante: Galli, Tassotti, Bonetti, Baresi, Massaro, Maldini, Evani, Wilkins, Hateley, Donadoni e Virdis. L’Ascoli risponde con la formazione tipo: Corti, Destro, Benedetti, Iachini, Perrone, Dell’Oglio, Bonomi, Pusceddu, Barbuti, Brady e Trifunovic.
Gli ospiti fin dal primo minuto pensano a difendersi come si può: Massimo Barbuti è l’unico attaccante con Liam Brady ad agire da rifinitore. Sensibile raccomanda di tenere il possesso del pallone e rallentare più possibile il gioco per permettere alla sua difesa di prendere fiato tra un’insidia rossonera e l’altra. Il piano tiene. il difensore Benedetti è sicuro e tempestivo nella marcatura di Hateley, e Brady non spreca un pallone era suo il compito di trascinare la sua squadra e provare a cambiare il destino della partita.
Il primo tiro in porta è di Donadoni a cui risponde prontamente il numero uno dei marchigiani Roberto Corti. Poi ci prova Virdis che colpisce il palo a portiere battuto e sul prosieguo dell’azione Corti neutralizza un tentativo di Evani. L’imprevedibilità del calcio si manifesta però sul ribaltamento di fronte.
L’Ascoli riparte, Barbuti supera Baresi e beffa Galli con un astuto pallonetto. Una rete fortunata ma spettacolare che lascia il portiere rossonero con le streghe del Mondiale messicano.
Su San Siro cala il gelo e il silenzio è rotto solo dai festanti tifosi ospiti. Nel secondo tempo, Sensibile è obbligato a sostituire l’infortunato Corti con il 27enne portiere Andrea Pazzagli arrivato dal Perugia dopo un’annata molto travagliata e terminata con la retrocessione.
Liedholm le prova tutte e manda in campo Di Bartolomei per Evani e sposta Wilkins più avanti. L’attacco del Milan inizia così l’arrembaggio ma l’Ascoli difende quel gol di vantaggio con attenzione e ordine.
Pazzagli fa gli straordinari e diventa protagonista della partita quando respinge una delle famigerate punizioni di Agostino Di Bartolomei. Poco prima della mezz’ora, il portiere toscano tira fuori dal suo repertorio l’intervento più bello di giornata: una deviazione da manuale su un colpo di testa di Virdis destinato in fondo al sacco. Una prodezza magistrale, forse una delle parate più belle della sua carriera. C’è ancora gloria per Pazzagli nell’ultima occasione del Milan che sventa con un’uscita in extremis ad anticipare Hateley.
Il triplice fischio dell’arbitro sancisce l’impresa dei bianconeri di Sensibile, una vittoria in casa del Diavolo ottenuta con orgoglio grazie a un gol di Barbuti, che sette anni prima aveva rifiutato il trasferimento al Barcellona, e alle straordinarie prodezze dei due portieri, Corti nel primo tempo e soprattutto Pazzagli nella ripresa.
Questa vittoria rimarrà l’impresa più memorabile nella storia calcistica dell’Ascoli, l’unico successo marchigiano a San Siro nel massimo campionato. Quel secondo tempo superlativo consegna a Pazzagli la promozione da riserva a titolare per il resto della stagione. Ripagherà la scelta risultando fondamentale per la salvezza dell’Ascoli e per la vittoria della Mitropa Cup.
Quell’esordio indimenticabile, apre un triennio in bianconero caratterizzato da tre salvezze e tante parate. Ma soprattutto resta impresso nella memoria rossonera. Nell’estate ’89, Andrea Pazzagli passa infatti al Milan di Sacchi, con cui guadagnerà da titolare la Coppa Intercontinentale, contro l’Olimpia Asunción.
A volerlo , neanche a dirlo, fu proprio Silvio Berlusconi.
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