di Marco Schiacca – La Roma si aggiudica il secondo round del contenzioso che la vede opposta al Gianluca Petrachi, ds giallorosso dal 2019 al 2020. La Corte d’Appello ha infatti accolto il ricorso dai legali del club condannando l’ex dirigente a restituire i 5 milioni che gli erano stati riconosciuti come risarcimento nel 2021 dalla sentenza di primo grado. Petrachi dovrà anche versare le spese processuali che ammontano a circa 64.000 euro.
Il ribaltone
In prima istanza, l’organo di giudizio aveva riconosciuto l’infondatezza delle motivazioni che avevano portato l’allora presidente Pallotta a decidere il suo licenziamento per giusta causa. Il club era stato quindi costretto a versare le mensilità restanti previste dal contratto e una somma di 5 milioni a titolo di risarcimento per i relativi danni d’immagine. La memoria difensiva presentata dagli avvocati del club dei Friedkin, Raffaele e Marcello de Luca Tamajo, ha convinto la Corte della liceità del provvedimento motivato da serie di condotte inappropriate del dipendente verso Pallotta. Petrachi aveva inviato una lettera al vertice utilizzando toni ritenuti offensivi e anche rilasciato dichiarazioni pubbliche lesive dell’immagine della società.
La rezione di Petrachi
Arrivato a Trigoria dopo l’esperienza al Torino, Petrachi aveva sottoscritto un contratto triennale con la Roma sotto la gestione del presidente Pallotta, ma la sua esperienza nella capitale era durata poco meno di un anno. L’ex diesse ha così commentato la sentenza d’Appello ieri negli studi di Sportitalia:
“Innanzitutto preciso che non ho fatto causa io alla Roma. Io mi sono difeso da un licenziamento. In primo grado ho stravinto, in appello mi hanno chiamato e dopo l’udienza oggi mi hanno detto che è stato ribaltato tutto. Ora dovrò capire le motivazioni del ribaltamento, è strano che venga stravolto il tutto. Io credo di essermi comportato benissimo e chi mi conosce sa che sono corretto. Continuo ad avere fiducia nella magistratura italiana. Non sono 5 milioni, è la metà. Io avevo un triennale alla Roma, ho finito il primo anno poi prima degli altri due mi hanno licenziato per giusta causa. Dobbiamo trovare gli elementi che hanno ribaltato la sentenza ma sono oggettivamente ottimista. Chi conosce il calcio sa che persona sono, io non ho fatto causa a nessuno, mi sono solo difeso”.
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