L’attesa è finita: dopo 33 anni il Napoli è campione d’Italia. Agli azzurri bastava solo un punto per raggiungere l’aritmetica certezza del terzo tricolore della sua storia dopo il primo match point annullato nel week end scorso dalla Salernitana.
La partita
Si gioca in Friuli ma lo stadio è quasi tutto colorato dalle bandiere azzurre, sono circa 20 mila i tifosi partenopei partiti al seguito della squadra. Prima del fischio d’inizio, il Dacia Arena ha reso omaggio ad Alessio Ghersi, 34enne capitano pilota delle Frecce Tricolori, scomparso sabato scorso in un incidente con il proprio velivolo ultraleggero in provincia di Udine.
Scelte scontate in difesa per il Napoli: Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Oliveira. Spalletti sorprende affidandosi a Ndombele a centrocampo con Anguissa e Lobotkaed Elmas, lasciando inizialmente in panchina Zielinski, stessa sorte in attacco per Lozano che lascia il posto a Elmas accanto a Osimhen e Kvara.
Sottil schiera Becao, Bijol e Perez in difesa, il quintetto di centrocampo è composto da Ehizibue, Samardzic, Walace, Lovric, Udogie, Pereyra appoggia l’unica punta Nestorovki.
Partenza lanciata per gli uomini di Spalletti, subito pericolosi da corner con Rrahmani che impegna Silvestri. Il Napoli non abbassa il ritmo ma è l’Udinese a passare al primo vero affondo. Dopo 13’ costretta prevalentemente nella propria metà campo, la squadra di Sottil passa in vantaggio grazie a una splendida conclusione di Lovric che fulmina Meret. Il Napoli sembra accusare il colpo. Al 25’ Kvara cade in area toccato da Bijol, dopo un consulto con il Var Doveri, Abisso fa continuare. Ci riprova Lovric per i friulani ma Meret blocca in due tempi. Poi è Osimhen ad andare vicino al pareggio al 35’ con un colpo di testa che finisce al lato di poco. L’Udinese chiude bene gli spazi e il Napoli fatica a proporre gioco. Dopo un minuto di recupero concesso da Abisso, si va al riposo sull’1-0.
Al 52’ il Napoli trova il pareggio : Kvara impegna Silvestri ma Osimhen è lesto sulla ribattuta. È il colpo del match point tanto atteso. Il Dacia Arena esplode come fosse il Maradona. La rete tranquillizza l’11 di Spalletti che ora torna a giocare come sa. Al 65’ i primi cambi: fuori Ndombele dentro Zielinski. Dopo qualche minuto proprio il polacco, servito da Elmas, ha sui piedi la palla del raddoppio ma Silvestri. Al 75’ Sottil sostituisce Udogie che accusa qualche problema all’adduttore con Zeegelaar prima di richiamare in panchina Lovric, autore del gol del vantaggio per Arslan. Per l’Udinese entrano ancora Thauvin ed Ebosele, mentre per gli azzurri Lozano rimpiazza Kvarathskhelia. Il Napoli cerca ormai di gestire il finale senza correre rischi.
Il fischio di Abisso, dopo 180 secondi di recupero, dà il via a all’invasione di campo partenopea, in Friuli come a Fuorigrotta all’interno del Maradona, dove De Laurentiis impazzisce insieme ai tifosi a sancire una pace ritrovata.
Con 5 giornate di anticipo, il Napoli è Campione d’Italia per la terza volta nella sua storia.
Che la festa abbia inizio.
Il tabellino
Udinese-Napoli 1-1
UDINESE (3-5-1-1): Silvestri; Becao, Bijol, Perez; Ehizibue, Samardzic, Walace, Lovric, Udogie; Pereyra; Nestorovski. A disp.: Padelli, Piana, Ebosele, Masina, Zeegelaar, Abankwah, Buta, Guessand, Arslan, Thauvin, Vivaldo. All.: Sottil
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, M.Olivera; Anguissa, Lobotka, Ndombele; Elmas, Osimhen, Kvaratskhelia. A disp.: Gollini, Marfella, Bereszynski, Ostigard, J.Jesus, Zedadka, Demme, Gaetano, Zerbin, Zielinski, Lozano, Raspadori, Simeone. All.: Spalletti
Arbitro: Abisso (VAR: Doveri)
Marcatori: 13′ Lovric (U), 52′ Osimhen (N).
Ammoniti: Ehizibue
La gioia di Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis ha festeggiato al Maradona. Al fischio finale della sfida di Udine, il presidente è sceso in campo: “Mi avete sempre detto di voler vincere e abbiamo vinto. Abbiamo vinto tutti insieme, domenica con la Fiorentina ci rivediamo tutti per la grande festa. E’ una gioia immensa quella di stasera, una gioia che si trasmette e riceve. Stasera gioisce una città intera. Ero convinto già in estate che quest’anno ci sarebbe stata una rinascita totale. Il nostro sogno è rivincere lo scudetto e vincere anche la Champions“.
Spalletti si commuove
“Vedere i napoletani sorridere è l’emozione più grande, sono loro che me la trasferiscono attraverso la loro felicità. Avevo il sentimento di una città intera sulle spalle, ora so che molte persone potranno superare i momenti duri della loro vita ripensando a questo momento, era una responsabilità enorme e ora mi sento più rilassato. Qui hanno visto grandi allenatori e grandi campioni, hanno visto giocare Maradona e dentro questo risultato c’è anche la sua protezione. Quando ho detto di voler vincere lo scudetto l’anno scorso mi è stato detto che stavo andando oltre, ma era per stimolare i giocatori. Qui ci sono stati Benitez, Ancelotti, Sarri che ha fatto il miglior calcio d’Italia, Gattuso che ha vinto la Coppa Italia… Che potevo fare io se non vincere lo scudetto?”
Arriva il momento delle dediche e della commozione quando nomina suo fratello Marcello scomparso nel 2019: “La prima dedica è alla squadra, ai calciatori che si meritavano questa felicità, la seconda a tutta Napoli: è per voi! Poi a tutti quelli che lavorano nel club, al direttore, alla società… Poi a mia figlia Matilde, a tutta la mia famiglia, tutti i miei amici, mio fratello Marcello“.
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