di Rickname – Mancavano solo dieci secondi alla fine del recupero di Frosinone-Reggina. Il 3-1 e l’uomo in più avrebbero convinto chiunque a rilassarsi molto prima. Non Fabio Grosso che, fino a quel momento, aveva guidato i suoi dalla panchina come se fosse una partita qualunque e non quella del trionfo.
A dieci secondi dalla fine Fabio Grosso si è commosso, ha capito che di lì a poco il triplice fischio sarebbe arrivato e che al Benito Stirpe sarebbe iniziata la festa. Il Frosinone torna in Serie A per la terza volta nella sua storia. Un capolavoro che ha messo tutti d’accordo, frutto di programmazione, idee e scelte coraggiose. Come quella di confermare in panchina l’allenatore che un anno fa aveva mancato l’ingresso ai playoff all’ultima giornata.
Il presidente Maurizio Stirpe e il direttore dell’area tecnica Guido Angelozzi hanno scelto di andare avanti con Grosso, confermando i giocatori più meritevoli e rinforzando in estate la rosa con scelte oculate e funzionali al progetto. Un mix di giovani talentuosi come Oyono, Caso, Boloca, Turati, Mulattieri e Moro, guidati dall’esperienza di uno specialista in promozioni come Fabio Lucioni (la quarta in carriera in Serie A). E poi ancora Mazzitelli e Sampirisi, protagonisti un anno fa con la maglia del Monza, e Ravanelli, con quella della Cremonese.
Un sistema di gioco di partenza, il 4-3-3 e di conseguenza le scelte in sede di mercato per privilegiare il lavoro del proprio allenatore che ha avuto il merito di tenere sempre tutti sulla corda. Specialmente in attacco, le rotazioni hanno rappresentato la forza di questa squadra. A turno nel ruolo di centravanti potevi trovare Mulattieri o Moro e a volte anche Borrelli. A destra Roberto Insigne o Baez, a sinistra Caso o Bidaoui.
Cambiando gli interpreti il risultato è stato quasi sempre lo stesso. Ecco spiegati i numeri che parlano della squadra in Serie B con più vittorie (21), con il miglior attacco (54 gol fatti) e la miglior difesa (21 subiti alla pari del Genoa).
E’ la vittoria di una società modello, una delle poche in Italia con uno stadio di proprietà, un esempio da seguire.
In otto anni il Frosinone è riuscito per tre volte a centrare la promozione in Serie A. La prima, nel 2015, con Roberto Stellone in panchina, tre anni dopo con Moreno Longo. E i protagonisti furono più o meno gli stessi: Federico Dionisi, Daniel Ciofani, Danilo Soddimo, solo per citarne alcuni. Quello di oggi, invece, è un nuovo corso che ha avuto il merito di valorizzare tanti giovani e che potrà prepararsi nel migliore dei modi al salto di categoria.
La speranza è che stavolta la permanenza in Serie A possa durare più di una stagione.
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