La Camera d’Appello e Garanzie di San Isidro (Buenos Aires) ha confermato oggi che il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov e gli altri sei operatori sanitari accusati della morte di Diego Armando Maradona sono stati rinviati a giudizio. Saranno processati con l’accusa di aver commesso un “omicidio semplice con dolo eventuale“.
La notizia è riportata dal quotidiano argentino Il Clarìn che informa che la data del processo non è stata ancora resa nota ma gli otto imputati restano a piede libero in attesa della sentenza.
La decisione assunta oggi dalla Sezione III della corte d’appello conferma l’accusa che i pm e il giudice avevano formulato lo scorso anno e contro la quale le difese avevano opposto ricorso. Gli avvocati chiedevano la modifica del capo di imputazione a “omicidio colposo”, punito con la detenzione da 1 a 5 anni. Se ritenuti colpevoli gli otto potrebbero rischiano invece condanne tra gli 8 e i 25 anni di carcere.
Gli otto rinviati a giudizio per la morte di Maradona
Oltre al neurochirurgo Leopoldo Luque e alla psichiatra Agustina Cosachov, saranno rinviati a giudizio: lo psicologo Carlos Ángel “Charly” Díaz, la dottoressa coordinatrice del prepagato Swiss Medical Nancy Edith Forlini, il coordinatore infermieristico Mariano Ariel Perroni, gli infermieri Ricardo Omar Almirón e Dahiana Gisela Madrid e il medico Pedro Pablo Di Spagna.
I motivi del processo
Nel respingere il ricorso, la Sezione III ha evidenziato che l’accusa aveva “descritto compiutamente il fatto elencando le azioni o le omissioni che, a loro avviso, avrebbero influito sull’esito fatale“. Il pm aveva anche avanzato alcune osservazioni sulla “condotta che ciascuno degli imputati avrebbe tenuto, non ottemperando al mandato che la buona pratica medica” richiede.
Il fuoriclasse argentino soffriva di insufficienze cardiache, epatiche e renali, deterioramento neurologico e dipendenza da alcol e droghe psicotrope. Secondo il magistrato, il personale incaricato delle cure di Maradona dopo l’intervento di neurochirurgia, si era reso “protagonista di un ricovero domiciliare totalmente carente e sconsiderato” commettendo “una serie di improvvisazioni, cattiva gestione e inadempienze”.
Una perizia disposta durante le indagini aveva concluso che Maradona era stato “abbandonato al suo destino“. Si legge ancora nella relazione, che Maradona aveva avuto “un’assistenza infermieristica piena di carenze e irregolarità” e aveva “iniziato a morire almeno 12 ore prima delle 12:30 del 25 novembre, presentando segni inequivocabili di una prolungata agonia”.
Le cause della morte di Maradona
Maradona è morto a 60 anni, il 25 novembre 2020. L’esame autoptico aveva stabilito che la causa della morte era “un edema polmonare acuto secondario a insufficienza cardiaca cronica esacerbata”. Il 2 novembre 2020 era stato ricoverato in una clinica a La Plata in una situazione di anemia e disidratazione e il giorno successivo trasferito in un ospedale di Buenos Aires Olivos per essere operato per un ematoma subdurale. L’11 novembre era stato dimesso e trasferito in una villa in un quartiere alla periferia di Buenos Aires, dove era morto due settimane più tardi.
Leave a comment