di Tiziano Dipanati – La sosta per le nazionali è terminata e la Serie A è pronta a ripartire. Per fare un punto sugli Azzurri di Roberto Mancini e sulla situazione del campionato alla vigilia della 28^ giornata, abbiamo ascoltato il pensiero di mister Gigi De Canio, che durante la sua carriera ha guidato importanti società, tra le quali Napoli, Udinese, Lecce e Genoa.
A che punto è il ct Mancini con il suo lavoro in nazionale? Veramente in Italia non ci sono attaccanti al livello di Retegui? – “A parte Immobile o Raspadori, che però hanno subìto degli infortuni, in Italia non ci sono attaccanti di rilievo per soddisfare le esigenze di Mancini. Anche Scamacca sembra si sia un po’ arrestato nella sua crescita, visto che nel West Ham non sta giocando con continuità. C’è lavoro da fare anche negli altri ruoli, per i quali c’è un processo di rinnovamento da portare avanti nel tempo. Mi sembrano doverosi e lungimiranti il percorso e l’idea di Mancini”.
Passando alla Serie A, quanto è cambiato il Napoli da quando lo allenava lei? Come giudica il lavoro di Spalletti? – “In questi anni sono cambiate tante cose, in particolare la società. Nel frattempo il Napoli ha dovuto fare i conti con un fallimento, che io avevo previsto e per il quale me ne andai rinunciando anche al contratto. Non volevo essere partecipe di quella situazione, la ritenevo un’offesa verso i tifosi e la città. Con Aurelio De Laurentiis è arrivata la stabilità. La squadra è sempre ai vertici del calcio italiano e quest’anno sembra aver chiuso il cerchio dando la possibilità a Spalletti di continuare il lavoro per il quale l’anno scorso era stato ingiustamente criticato. L’allenatore ha una grande cultura del lavoro, come tutti quelli che vengono dalle categorie inferiori e che non vantano un palmarès calcistico importante. Queste figure riescono a crescere e dare qualità attraverso lavoro, metodologia e applicazione. Spalletti ha avuto un percorso di crescita sempre positivo e creativo e ora sta raccogliendo i frutti di una bellissima carriera. Penso sia tutto meritato perché le sue squadre hanno sempre giocato bene: Spalletti ha sempre privilegiato la costruzione del gioco e l’idea e di essere propositivi, cose che sta facendo anche quest’anno, e i risultati gli stanno dando ragione”.
Il Napoli è anche la squadra italiana favorita per arrivare in finale di Champions? – “Per la Champions c’è il 75% delle possibilità che una squadra italiana arrivi in finale. Tra le squadre italiane il Napoli sembra la favorita, ma nelle partite di andata e ritorno non è così scontato. Se non dovesse accadere spero che il pubblico non sia ingeneroso verso un allenatore e una squadra che stanno rendendo veramente onore al calcio italiano”.
Lei ha vissuto una piazza importante come quella di Genova. Il fatto che in questa stagione non ci sia stato il derby tra Samp e Genoa e probabilmente non ci sarà neanche l’anno prossimo, quanto toglie alla Serie A? – “Il derby di Genova è uno spettacolo nello spettacolo tra due tifoserie di rilievo ed è storicamente importante per il calcio italiano. La Serie A perde tanto del suo fascino senza questa sfida. Nel calcio non contano solo i soldi, ma la competenza, le idee e la capacità di creare gruppi di lavoro di altissimo profilo. Per il Genoa mi sembra che questo processo si stia avviando e spero accada anche per la Sampdoria perché è una piazza che fa molto bene al calcio italiano”.
L’Udinese dopo una partenza sprint ha frenato. Ora si trova nella posizione di classifica che le compete? – “Penso che Sottil stia facendo un lavoro eccellente sotto tutti gli aspetti. Negli ultimi anni l’Udinese aveva un po’ smarrito quel percorso che l’ha caratterizzata qualche stagione fa quando praticamente era additata come l’ottava sorella del calcio italiano. Ha fatto dei campionati in cui ha dovuto soffrire per salvarsi, ma ora con Sottil ha ritrovato il piacere di rimanere stabilmente nella parte sinistra della classifica. Credo che l’allenatore stia facendo anche molto per quello che è il valore assoluto della squadra. Trattandosi poi della sua prima esperienza, il risultato acquista maggior considerazione. Sottil ha un bel passato in Serie A ma è dovuto passare per tanta gavetta, dove pur facendo bene, faceva fatica a emergere. Sono molto felice per quello che sta facendo e seguo con particolare attenzione l’Udinese per affetto e curiosità”.
Nella scorsa giornata si è giocato il derby di Roma. Cosa accomuna e cin cosa sono diversi due tecnici importanti come Sarri e Mourinho? – “Sono due figure distinte, ognuno con una propria personalità. Per il rispetto della professione fare certi accostamenti mi sembra un po’ azzardato: giocano le squadre non gli allenatori. La storia di Mourinho non si può paragonare a quella di Sarri: per il primo ci sono titoli e risultati importanti, cose che non ci sono per il secondo, arrivato tardi in Serie A. Sarri sta mettendo in pratica il suo modo di vedere calcio, mentre il tecnico della Roma ha le sue prerogative. Entrambi hanno il loro modo di dare valore a società a squadra e sono due grandi professionisti che stanno facendo un grande lavoro. Stanno facendo crescere entrambi le loro squadre sotto profilo della personalità e del gioco, ognuno col proprio stile”.
Quali sono le squadre favorite per i posti Champions dell’anno prossimo? – “Inter, Lazio e Milan sono le tre squadre favorite per la classifica, però attenzione a Roma e Atalanta perché sono capaci di fare diversi risultati positivi di fila. Tengo fuori la Juve per motivi extra calcistici, ma se si guarda solo il campo, sarebbe sopra alle squadre citate prima”.
Ci sono giovani allenatori in Serie A che sono pronti per un salto di qualità in una realtà più grande? – “Penso che chi sia arrivato ad allenare in Serie A e che abbia avuto la capacità di confermarsi, sia comunque bravo. Poi nella crescita professionale dell’allenatore intervengono altri fattori di valutazione che riguardano gli addetti ai lavori. Tra queste valutazioni bisogna prendere in considerazione anche stile e personalità con cui si opera. Tutti quelli che sono adesso in serie A lo meritano e immagino che saranno gli allenatori di domani”.
Il Lecce riuscirà a mantenere le distanze dalla zona retrocessione? – “Anche il Lecce è una squadra che ho allenato, la seguo con molta attenzione. Devo dire che in questa stagione ha sempre giocato bene e ha fatto dei risultati importanti. Poi nel corso del campionato capitano dei momenti di difficoltà, soprattutto perché è una squadra molto giovane, però penso che ci siano tutte le prerogative perché si riprenda. La qualità del gioco è sempre stata di alto livello e credo che con un po’ di accortezza e senza frenesia supererà questo momento. Mi auguro di cuore che finirà il campionato in bellezza”.
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