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Esclusiva BTTFTV – W. Sabatini: “Retegui è l’esaltazione della normalità” (VIDEO)

Walter Sabatini, direttore sportivo che ha fatto la fortuna di molti club di Serie A., è intervenuto nel corso di una lunga diretta sul canale backtothefootballtv (canale Facebook, Youtube e Twitch).

Sabatini ha appena terminato di scrivere il suo libro “Il mio calcio furioso e solitario“, un testi in cui racconta la sua storia personale e il suo modo di vivere il suo lavoro, i suoi successi e suoi errori. E’ stata anche l’occasione per parlare di Nazionale e di campionato.

Su Mateo Retegui

Retegui è un giocatore molto normale. Poi vedo che in area di rigore conosce qualche movimento ma da qui a dire che sia un giocatore per la Nazionale ce ne corre”. Era a migliore scelta che si potesse fare? “Non voglio entrare in questa polemica, se lo hanno chiamato significa che va bene andrà bene a loro”. Sarà un uomo mercato in estate? “No. Se dovesse diventare uomo mercato significa che le soocietà sono alla canna del gas. E’ un giocatore normale, non ha punti di forza eccezionali, è un giocatore normale in tutto quello che fa. Ma va detto a onor del vero che un attaccante che fa due partite e la mette dentro due volte è già un bel percorso. Però è l’esaltazione della normalità.

Sulla Serie A

Che idea ti si fatto di questo campionato? “Un’idea meravigliosa. E’ un campionato straordinario. Sono talmente attaccato alla Serie A italiana che la difendo a spada tratta contro tutti gli altri campionati, la Ligue 1, la Premier. Perché noi siamo forti, gli allenatori della Serie A sono eccezionali, produciamo un calcio spettacolare con moltissime squadre, non tutte ma moltissime e anche quelle relegate in fondo alla classifica giocano un buon calcio. Io amo la Serie A italiana e come si sta sviluppando il campionato. C’è una squadra come il Napoli che sta sterminando il campionato e gli avversari giocando un calcio di grandissimo spessore, poi ci sono le altre che combattono. Il campionato è molto competitivo. Anzi direi ‘Viva la Serie A’.
Ti manca: “Sì, molto”

Sul post Roma-Salernitana

Non ci voglio tornare, si riaccendo tutte le polemiche e io non le voglio. Quello che so è che mi hanno fregato una partita ma non ci voglio tornare sopra, facciamo finta che non sia successo. So che vincevamo 1-0, potevamo andare 2-0 e la partita è finita incredibilmente 2-1 per loro in virtù delle invasioni di campo e delle tante pressioni che ha avuto l’arbitro”.

Su Luciano Spalletti

Hai lavorato con Spalletti alla Roma, dove cadde su di lui la responsabilità di dover accompagnare Francesco Totti verso una decisione che non avrebbe mai voluto prendere: “Gliela scaricarono addosso. Spalletti è un allenatore formidabile, arrivo a dirti che Spalletti è un allenatore senza difetti. E’ pedante nel lavoro, puntiglioso, fantasioso. Ha tutte le qualità di un grande allenatore”.

Su Maurizio Sarri

Tutti le squadre di Serie A devono guardare a quell’obiettivo, quindi ci mancherebbe che non lo facesse la Lazio. Questo a prescindere che poi ci riesca o no. Le prime quattro posizioni sono determinanti per un club. Maurizio (Sarri) è un allenatore che sta in campo come Stakanov, tante ore al giorno, pedante in tutte le cose, puntiglioso e quindi la Lazio è arrivata dove si trova con il lavoro. Ma è proprio per questo che la Lazio può competere, perché ha un allenatore competitivo. Lo è sempre stato in carriera altrimenti sarebbe rimasto in C“. La Lazio ha l’obbligo di centrare i suoi obiettivi attraverso una programmazione mirata, Sarri è la soluzione? “Perché c’è qualcuno che pensa che Sarri sia un problema per la Lazio? Allora io sto vivendo fuori dal tempo perché di questa cosa non me ne sono mai accorto“. Trovando un punto di equilibrio, un direttore sportivo quanto può divertirsi a lavorare con un allenatore come Sarri? – “Come si fa nel calcio a non trovare un punto di equilibrio? Il calcio è euclideo, non è che si inventino cose o si filosofeggi. Il calcio è facile, siamo noi che lo rendiamo difficile. Se poi hai un allenatore bravo e forte

Sabatini a bttftv

Il libro

Nel suo libro “Il mio calcio furioso e solitario” , Sabatini spiega così il suo pensiero sul calcio: «Il calcio è una tragedia, con le sue sconfitte mortifere, carriere ribaltate per un calcio d’angolo sbagliato, tiri sbilenchi in tribuna, speranze di intere comunità frantumate. Se Eschilo e Sofocle, o lo stesso Shakespeare, avessero conosciuto il calcio, avrebbero rappresentato le loro tragedie mettendo negli anfiteatri calciatori e allenatori, e il pubblico a rappresentare il coro».

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