di Marcello Baldi – È ormai chiaro che la lotta per il titolo di Campione d’Inghilterra 2022-2023 sia un testa a testa serrato tra L’Arsenal di Mikel Arteta e il Manchester City di Pep Guardiola. Amici dentro e fuori dal campo, colleghi ancor prima. Più precisamente, maestro e allievo: l’attuale tecnico dei Gunners era il vice di Pep proprio al City. “Condivido la sua scelta di lasciare, lo avrei fatto anche io se fossi stato il secondo e fosse arrivata la chiamata del Barcellona” – aveva dichiarato lo tesso Guardiola qualche mese fa.
L’Arsenal di Arteta, con 22 vittorie stagionali in Premier, 3 pareggi e 3 sconfitte, non è solo strameritatamente la capolista del campionato più bello e competitivo d’Europa, ma un connubio perfetto di gioventù e talento, con alcune storie che meritano di essere raccontate. Come quella di Saka, eroe in negativo della finale di EURO 2020 contro l’Italia in cui fallì un calcio di rigore decisivo per la vittoria finale degli Azzurri, oggi in doppia cifra di gol e assist (12+10) ed un valore, secondo Transfermakt, di circa 110 milioni. Ironia della sorte, ora Saka e Jorginho si ritrovano in squadra insieme. Un primato frutto del talento di giocatori come Martinelli, capocannoniere di questa squadra con 13 marcature, in cui militano anche ex-City importanti come Zinchenko e Gabriel Jesus. L’esplosione di Ramsdale tra i pali, la leadership di Xhaka ed ovviamente la mano di Arteta.
L’allievo che supera il maestro. Almeno per ora. Perché se c’è una cosa che il City ha insegnato agli appassionati di calcio, anche nelle passate stagioni, è che per strappare il titolo ai campioni d’Inghilterra in carica bisogna essere più che perfetti. Magari sapendo vincere anche in maniera sporca all’occorrenza. Lo sa bene il Liverpool di Klopp, che l’anno scorso arrivò secondo a -1, nonostante i 92 punti stagionali. Un punteggio che di norma garantirebbe la vittoria del titolo, considerando che il Chelsea terzo fu staccato di esattamente 18 punti.
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