Nel corso della trasmissione “Lunedì in Rete” – in onda su backtothefootballtv (Facebook, Youtube e Twitch) – è intervenuto Marco Pisano. L’ex calciatore ha ricordato i suoi trascorsi in Serie a partendo proprio dai suoi anni più belli vissuti a Genova.
BLUCERCHIATO – Le stagioni alla Sampdoria – racconta – sono state certamente le più importanti della mia carriera. Il tifoso ama veramente la squadra, c’è tanta passione, lo Stadio è qualcosa di pazzesco. Ai miei tempi c’era una struttura solida e la Società aveva ben chiaro cosa volesse fare. In pochi anni si è passati dalla B, fino a sfiorare una qualificazione in Champions. E’ vero che il budget per operare sul mercato era limitato, ma c’era una capacità più pragmatica di prendere le decisioni. Oggi purtroppo – continua Pisano – la piazza sta vivendo un momento molto delicato. Tutti quei problemi che possono investire la Società si riversano sul campo perché non è facile per un giocatore rimanere indifferente da quello che ti circonda. Un ambiente scettico, calciatori preoccupati, non è semplice. Stankovic? Ha tutte le carte in regola per diventare un grande allenatore. Sicuramente è uomo carismatico, una figura che specialmente in questo momento ci voleva. Ho visto varie volte la Sampdoria e si comincia a vedere la mano dell’allenatore.
FOTI, EX COMPAGNO – Nella rosa di quella Sampdoria targata Novellino, spicca il nome di Foti – Salvatore era uno dei ragazzi della Primavera che era stato aggregato alla prima squadra. Un bravo ragazzo con doti veramente importanti, slanciato e fiuto del gol. Ha smesso molto presto di giocare (27 anni ndr) evidentemente per ripetuti guai fisici e magari per qualche altro tipo di problema. Nel calcio capita anche questo; quando hai dei problemini a livello fisico e non si riesce ad individuarne la causa, spesso si glissa sulla vera natura. Lo dico con certezza per averlo provato sulla mia pelle, poichè si entra in un tunnel complicato dal quale è difficile uscirne. Sono contento che si stia prendendo delle belle rivincite alla Roma come secondo di Mourinho.
1 DICEMBRE 1999 – Nato a Roma, con la passione della Lazio e poi cresciuto calcisticamente proprio nella società biancoceleste. Pisano racconta un aneddoto vissuto con la prima squadra – Era in occasione di un primo turno di Coppa Italia contro il Ravenna. Per una serie di squalifiche dei titolarissimi, vengo chiamato per far parte della spedizione. Arrivato nello spogliatoio – racconta Pisano – vedo una panchina lasciata vuota, con un titolone del Corriere dello Sport e mi metto seduto proprio lì vicino. Pochi istanti dopo entra Roberto Mancini che praticamente mi fulmina con lo sguardo. Era il suo posto! (ride ndr). Era sacro! Tutti infatti l’avevano lasciato libero. Alla fine Mancini – continua Pisano – quasi mi “perdona” rendendosi conto di avere di fronte un ragazzetto. Fu proprio lui, facendo riferimento alla partitella amichevole del giorno precedente a dirmi “Se hai marcato me, puoi marcare chiunque…”
Pisano parte titolare e viene sostituito nei minuti finali da Mihajlovic. Dietro quella sostituzione un altro aneddoto simpatico – Gli altri ragazzi che erano in panchina con Sinisa – racconta Pisano – mi hanno spiegato il motivo del cambio. Lo stesso Sinisa aveva molto freddo, e allora rivolgendosi a Eriksson gli disse “Mister, fammi entrare… ho i piedi gelati!”
LA LAZIO DI SARRI – E’ un allenatore dalla grande esperienza – spiega Pisano – si può collocare in quel tipo di tecnici che insegna calcio. E’ naturale che ci voglia il giusto tempo per assimilarne i principi, poichè il suo modo di interpretare e di vedere il calcio non rientra nei classici canini. La Lazio in questi ultimi anni – conclude – ha saputo comportarsi anche da provinciale, ma questo è un merito. Basta vedere la vittoria importantissima di Napoli, sintomo che ci sono la giusta mentalità e la voglia di fare calcio.
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