La Salernitana e Davide Nicola si separano davvero. Stavolta il presidente Iervolino non cede al romanticismo e decide l’esonero proprio nel giorno di San Valentino. Quarantott’ore di riflessione e di silenzi, perché a volte è meglio “restare zitti per non maledirsi”, come hanno cantato i Coma Cose a Sanremo. E poi giusto il tempo di chiudere il cerchio con Paulo Sousa. Il portoghese infatti era tra i tecnici contattati un mese fa quando sembrava che il rapporto con Nicola, protagonista della epica cavalcata salvezza, fosse arrivato definitivamente al capolinea. Era così infatti, ma mancò il coraggio di dirselo fino in fondo per non macchiare quella meravigliosa impresa temporalmente ed emotivamente troppo fresca e sentita.
Era da 20 anni esatti che sulla panchina granata non sedeva uno straniero. L’ultimo fu Zdenek Zeman, chiamato dal presidente Aniello Aliberti a guidare la squadra nel campionato di B nella stagione 2002/2003 (il boemo fu esonerato alla 16^ giornata).
Tornando all’attualità, già da domenica, quando all’Arechi arriverà la Lazio di Sarri, sarà lotta contro il tempo per rimettere insieme i cocci di una stagione non ancora del tutto compromessa. E il compito non sarà semplice per il tenebroso Sousa, che torna in Italia a sei anni dall’esperienza sulla panchina della Fiorentina. In viola fu un biennio di calcio rapido, tecnico e spettacolare ma poco lineare e continuo nei risultati. Un’altalena pericolosissima da riproporre a Salerno.
Il portoghese ha diretto oggi il primo allenamento e il diesse granata Morgan De Sanctis lo ha accolto così: “È un profilo internazionale, di grande esperienza e conoscenza di calcio. C’è la convinzione che potrà darci un aiuto importante per raggiungere la salvezza. A Paulo Sousa va riconosciuto che più di altri ha voluto allenare Salernitana”.
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