Nel corso della trasmissione “Lunedì in Rete” – in onda su backtothefootballtv (Facebook, Youtube e Twitch) – è intervenuto Dino Fava, ex bomber di Serie A e Serie B allenato ai tempi dell’Udinese da Luciano Spalletti.
NUOVO MILLENNIO – La bella Udinese dei primi anni 2000 con Spalletti in panchina e fior fior di giocatori in mezzo al campo: Era una Serie A di altissimo livello – racconta Fava – e ricordo ancora l’emozione provata a San Siro contro il Milan di Maldini. Spalletti, come sempre, aveva preparato la partita nei minimi particolari, in questo è il numero uno. Arrivati sotto allo stadio però cominciarono a tremare un po’ le gambe e poi nel tunnel che porta al campo, mi ritrovati tutti di fronte. Pirlo, Sheva, Maldini e altri ancora. Il massimo fu quando vidi Dida, era talmente grosso che praticamente si piegò in due per uscire dalla porta dallo spogliatoio. Ma quando gli segno a uno così? (ride ndr).
Ma il campo racconta altro. Solo dopo 120 secondi arriva tra i piedi di Fava il pallone che tutti sognano. Fino a pochi secondi prima dell’i inizio ero come bloccato, roba da chiedere la sostituzione sul momento, ma dopo il fischio dell’arbitro, mi calai completamente nel match. Dopo soli due minuti Pazienza recupera un pallone che passa dai piedi di Pinzi e mi arriva giusto per battere a rete con un bel rasoterra all’angolino. Durante i festeggiamenti incrocio Spalletti che col suo modo scherzoso di fare mi dice “Eh… hai segnato troppo presto!”.
RAPPORTO CON SPALLETTI – Quella di Spalletti è una figura importante per Dino Fava che ricorda un simpatico aneddoto: Era il 26 ottobre del 2003 e l’Udinese era ospite del Perugia di Cosmi. Finisce con uno spettacolare 3 a 3 con protagonista proprio Fava autore di una tripletta. Spalletti già nei primi minuti della partita me ne stava dicendo di tutti i colori perchè non stavo facendo i giusti movimenti. Al primo gol che segnai mi girai proprio verso di lui come a dire “Eh ora???”. Mi ha massacrato per tutto il match, anche dopo la tripletta. Il martedì successivo, nel corso dell’allenamento gli chiesi cos’è che non andava, perchè nonostante i tre gol non era soddisfatto e mi rispose: “Tu non ti devi preoccupare quando le cose te le dico, ma quando non ti dico più niente”. Questo insegnamento me lo port dietro ancora oggi e cerco di trasmettere questa filosofia anche ai miei ragazzi (società Sessana ndr). Ma oggi non è facile, manca da parte di molti la voglia di arrivare. Alcuni si presentano in ritardo agli allenamenti, altri già sono sotto la doccia un secondo dopo la fine della sessione. Di questo aspetto – aggiunge Fava – ne ho parlato anche con Gianluca Grava, attuale responsabile del settore giovanile del Napoli che mi conferma la difficoltà di trovare ragazzi motivati seppur molto validi da un punto di vista tecnico.
CORREVA L’ANNO – Classe 1977, 45 anni ancora da compiere, ma tanta voglia di giocare come fa ancora oggi con la maglia della Sessana, la sua prima squadra. Se fossi nato venti anni dopo? Beh questo in un certo senso è un rammarico perchè avrei avuto certamente molto più spazio per mettermi in luce e mantenere livelli più alti. Quando ero in Serie A con l’Udinese nei primi anni del 2000, i valori di tutte le rose erano nettamente più alti degli attuali. Stavo per essere chiamato in Nazionale – svela Fava – ma i posti in attacco erano già occupati da gente come Vieri, Inzaghi, Del Piero e Totti. Inoltre, basti vedere la classifica marcatori della stagione 2003/04 dove mi piazzai al dodicesimo posto con 12 reti dietro ai vari Baggio, Gilardino, Cassano, Adriano, Crespo, Chiesa e molti altri. Ad inizio di quella stagione partii forti, trovandoni a 9 reti dietro solamente a Sheva a 12 gol, che alla fine si consacrò capocannoniere. Nonostante tutto ho avuto il privilegio di vivere gli anni più belli del calcio italiano. Ancora oggi – conclude Fava – ho un record nell’Udinese (ora condiviso con Beto) di miglior impatto in una stagione per un giovane.
CORSA ALLO SCUDETTO – Conoscendolo Spalletti non mollerà di un millimetro e rimarrà concentrato sull’obiettivo finale. Non sono tifoso del Napoli, ma sono amante del bel calcio e se in Italia vuoi vedere un bel calcio, non puoi che non guardare il Napoli. E’ veramente uno spettacolo. Giocatori importanti come Osimhen, Kvaratskhelia, ma su tutti mi impressiona Lobotka. Per il Napoli è un giocatore indispensabile, fa girare la squadra, ha ritmo, recupera palloni. I complimenti vanno a Spalletti che lo è andato a pescare.
Clicca QUI per vedere tutti i video di BTTFTV
Leave a comment